lunedì 24 novembre 2008

La fabbrica dei tedeschi

Una pellicola che dà voce alla rabbia, alle domande senza risposta di come sia potuto accadere, al dolore dei parenti delle vittime
Il drammatico racconto del rogo all'acciaieria Thyssen-Krupp dove morirono 7 operai.

Presentato nella giornata dedicata dalla Mostra del cinema di Venezia al dramma delle morti sul lavoro, La fabbrica dei tedeschi racconta la tragedia della ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni di Torino in cui, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, un incendio divampa e sette operai perdono la vita. I colleghi, giunti in loro aiuto, tentano invano di spegnere le fiamme, ma gli estintori non funzionano. Un incidente fatale, che si poteva evitare, se fossero stati effettuati i controlli e una manutenzione regolari.
La fabbrica dei tedeschi è una pellicola che dà voce alla rabbia, alle domande senza risposta di come sia potuto accadere, al dolore dei parenti delle vittime, alle accuse ai responsabili dell'azienda. La struttura narrativa del film è costituita da un prologo in bianco e nero in cui Valeria Golino, Monica Guerritore, Luca Lionello, Silvio Orlando, Rosalia Porcaro, Vincenzo Russo e Giuseppe Zeno impersonano i parenti delle vittime, rievocando gli ultimi istanti prima della tragedia, e da un documentario che si sviluppa seguendo il filo delle dichiarazioni dei testimoni su quello che accadde quella notte e nelle settimane precedenti. I racconti dei parenti delle vittime, ripresi spesso in primissimo piano, quasi per coglierne ogni più piccola reazione, restituiscono con efficacia l'orrore di quanto è accaduto, la consapevolezza da parte delle vittime della pericolosità di quella situazione lavorativa, il loro accettare, ciononostante, quelle condizioni, nell'attesa e speranza di una vita migliore. C'era chi sognava di aprire un bar, chi, invece, un ristorante a conduzione familiare: certi, in ogni caso, che di lì a poco, tutto sarebbe cambiato.
"I sette morti", dichiara Mimmo Calopresti, "ci hanno svegliato dal sogno e ci hanno portato davanti alla realtà: un incubo fatto di pericoli, fuoco, fiamme e lavoratori, operai che ancora oggi mettono a repentaglio la propria vita sul luogo di lavoro. Gli invisibili dell'azienda modello diventano, in una sola notte, tragicamente visibili". Il regista ha il pregio di restituire al meglio lo strazio per quelle vite spezzate, il dolore muto delle mogli, dei genitori e dei figli per una perdita di cui ancora devono elaborare il lutto e per tali ragioni La fabbrica dei tedeschi è riuscito nel suo intento.
Tuttavia, se nel riprendere tematiche di questa urgenza, il rischio maggiore, sempre latente, per un regista è quello di scivolare dalla documentazione di un evento alla sua rappresentazione, a una, per quanto involontaria, spettacolarizzazione, o a certi compiacimenti linguistici, come ad esempio mostrare la troupe mentre gira, ci sembra di poter affermare, che a questa tentazione, seppure per qualche istante, Mimmo Calopresti non abbia saputo resistere.
Luisa Cerreto

sabato 8 novembre 2008

Cnn e Gorillaz chi si aggiudicherà la prima comparsa "ologrammata"?

Il 4 novembre di quest'anno negli Stati Uniti nello studio della CNN un' inviata da Chicago è stata ologrammata per la prima volta. Si trovava proprio nello studio a parlare con il pubblico e con il direttore della CNN. La tecnica utilizzata nel film di G. Lucas per Guerre Stellari, è stato ripreso da questa testata giornalistica. L'effetto è sensazionale la 3 dimensione è entrata anche nella tv.
Ma sarà davvero la prima volta che quest' effetto è stato utilizzato in tv? Si direbbe di no!
Nel 2006 due anni prima i Gorillaz nel occasione della manifestazione dei Grammy si sono presentati in ologrammi sul palco, essendo dei cartoons e non persone realmente esistenti. sono una band musicale britannica fittizia, dietro la quale si nascondono Damon Albarn, leader anche dei Blur e dei The Good, the Bad and the Queen ed il fumettista Jamie Hewlett.
Si trovono ad interaggire con la cantante Madonna in una performance sensazionale e per la prima volta quest'effetto è stato utilizzato in tv.
Come potrete vedere nel video. L'intuizione non è la mia ma di un noto professore di Scienze della Comunicazione.
Godetevi i due video

giovedì 6 novembre 2008

Book Trailer

Anche il libro ha il suo trailer. Nuova forma di comunicazione, è possibile trovarlo sul web in Italia, ma all'estero come negli U.S.A. e in Canada è entrato anche "dalla finestra" invadendo lo spazio televisivo.
Molte persono sono sciettiche per questo nuovo modo di fare spot per i libri, ma come iniziò con i film americani negli anni 30 con "Ombre Rosse" di John Ford e l'nstancabile "Via Col Vento" di Victor Fleming ora tocca ai nostri libri. Il trailer la più comune forma pubblicitaria per lanciare un film ora diventa "book-trailer". In Italia la Mondadori - Fazi Editore hanno seguito le orme di Marsilio, essendo il primo ad usare un "book- trailer". Ma con la forza del web, soprattutto di Youtube piattaforma "User genereted content" riesce a mostrarci la potenza dei "book-trailer".
Al FilmFestival di Catania alcuni dei Book-Trailer italiani sono stati premiati, anche per lanciare questa nuova tendenza e cercare di farla entrare nei canali televisivi come i trailer dei film.
In America come detto sono già dieci anni che spopolano nel tv, soprattutto nel web, creando dei festival esclusivamente per i Book Trailer, quelli internazionali ovviamente. Qui sotto il vincitore del 2006 Book Video Awards, dal libro Shadow man (in Italia L’ombra, edito dalla Piemme) di Cody McFadyen.


martedì 28 ottobre 2008

Appaloosa




Virgil Cole e Everett Hitch cavalcano insieme nelle terre selvagge, riportando l'ordine nelle città vessate dai fuorilegge. Cole è un self made man scontroso e riservato, Hitch, soldato congedato addestrato a West Point, è il vice di poche parole e lunghi sguardi. La loro meta è Appaloosa, una piccola cittadina nel New Mexico disarmata dal temibile Randall Bragg, ranchero col vizio del Winchester e dello scontro a fuoco. Dopo l'assassinio dello sceriffo di Appaloosa, Cole e Hitch vengono ingaggiati per difendere la città e assicurare il colpevole Bragg alla giustizia ma l'arrivo in stazione della smaliziata signorina French, appassionata frequentatrice di maschi dominanti, abbindolerà eroi e villain, alterando gli equilibri dietro la tastiera di un pianoforte e dentro le lenzuola.

Il western di Ed Harris dimostra chiaramente che c'è ancora spazio per chi voglia rileggere un genere che fa i conti con i miti ricevuti dalla tradizione e riaggiornati attraverso la mediazione dell'industria dello spettacolo. Sopravvissuto in qualche maniera negli ultimi vent'anni e splendidamente rilanciato (in America) dal serial Deadwood, il genere western ha smesso di essere demodè e cavalca di nuovo verso l'Eden originario per conquistare la Frontiera e piegare il futuro alla propria volontà.
Ispirato dal romanzo omonimo di Robert B. Parker, Appaloosa è l'avventura di due eroi che proteggono la comunità dai fuorilegge e dalle pulsioni disgregatrici che sorgono al suo interno. Cole e Hitch sono cowboy sul dorso di un cavallo, centauri custodi e giustizieri dei violenti contro il prossimo, che infondono onore ed esempio di giustizia in un mondo ingiusto. Usando parole e pallottole con eguale efficacia e cura, sceriffo e vice sono personaggi di grande carattere e non poche sfumature, che devono affrontare agguati, attacchi indiani, scontri a fuoco coi fuorilegge e a parole con la magnifica preda-lady, dentro l'ipertrofia degli spazi e sotto il grande cielo.
Ed Harris, rughe autentiche e anima romantica, infarcisce Appaloosa di rinvii sotterranei, metafilmici o espliciti del western-spaghetti, sia pure filtrati attraverso Eastwood, Costner e Walter Hill. Seminando omaggi ai registi che ama, Sergio Leone in primis, il regista tiene strette le redini e gioca con la scala dei campi e dei piani: dai campi lunghissimi al campo medio, dalla figura intera al primo piano, richiamando l'attenzione dello spettatore sul mondo fisico intorno ai personaggi o concentrandolo sulla psiche del personaggio evocato nel quadro. Cole e Hitch, sistemati “di quinta” a chiudere un lato dell'inquadratura e a permettere al nostro sguardo di scivolare in profondità verso la magnificenza degli spazi selvaggi, sono cavalieri solitari che entrano in città, la pacificano, la educano alla legalità e poi l'abbandonano. Appaloosa segnerà la perdita di una relazione definita e l'insediamento dello sceriffo nella città e in un contesto privato (la casa in costruzione). Nonostante le (sotto)tracce omoerotiche, a produrre il colpo di scena sarà una donna, apparizione divistica e agente del disordine travestita di grazia, merletti e tramonti. L'elemento femmineo, rimosso ai margini del quadro dal mito fondativo della Frontiera, farà il suo ingresso lirico in Appaloosa come la Cardinale in C'era una volta il West, diventando presenza perturbante ma sempre ironica, che non trascina più gli uomini sull'abisso della loro sessualità. Miss Allison French è un personaggio da interni che non disdegna un bagno in esterni. È una donna sola ma per nulla in balia degli eventi, decisa a insediarsi nel cuore di un uomo e in una dimensione casalinga, dove cucinare, suonare il piano, preparare il the e fare l'amore.
L'Hitch di Mortensen, vice dal cuore d'oro e dalla morale ineccepibile, è invece l'uomo del confine. Parla sulla soglia della prigione della Contea, indugia su quella del saloon, indeciso sull'ingresso a cui lo invita Cole, già dentro, già inserito. Regolati i conti col villain di Irons, anche lui integrato nel sistema, e offerta una chance allo sceriffo innamorato, dovrà ripartire “cavalcando lentamente verso ovest”. Harris si inventa l'avamposto di un (aggiornato) sogno epico, dominando con fermezza un cast perfetto e funzionale dove, insieme alla sua, brilla la stella del vice Mortensen. Si inventa un film da uomini veri, da gente che non spara alle spalle.
My Movies Marzia Gandolfi

giovedì 9 ottobre 2008

FilmFest Catania: ecco i vincitori





I TRAILER VINCITORI DELLA VI EDIZIONE






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Il Concorso è il cuore del festival con le tre selezioni Italia, Europa e
World
. Trenta
i trailers in concorso
fra italiani, europei e world selezionati tra i film usciti i
n sala dal 15 agosto 2007
al 15 agosto 2008 dal Comitato di selezione del festival che ha valutato i trenta
migliori trailers per originalità, ritmo e appeal. La selezione ha riguardato
esclusivamente i trailers dei film
usciti nelle sale cinematografiche italiane.
Ad una giuria di qualità il compito di scegliere Il Miglior Trailer Italiano,
Il Miglior Trailer Europeo e Il Miglior Trailer World
. Il pubblico, votando sul sito www.trailersfilmfest.com e durante il festival, decreterà, tra i trenta trailers in gara,
Il Miglior Trailer cinematografico della stagione
. Ad essere premiate con l'elefantino, simbolo di Catania e ormai storico premio del Trailers FilmFest, saranno le case
di distribuzione dei trailers vincitori.



GIURIA DI QUALITA':
Cinque i componenti della giuria di qualità Trailers
FilmFest 2008

chiamata a scegliere i migliori trailers della stagione per le tre
selezioni
Italia, Europa, World.

Anselma Dell’Olio (giornalista e critico cinematografico),
Tiziana Rocca
Rita Rusic (produttrice cinematografica),
Claudio Sorrentino
(direttore di doppiaggio),
Mario Venuti (musicista).

www.trailersfilmfest.com

Festival Internazionale del Film a Roma


Cinema italiano, brasiliano e omaggi

Dal 22 al 31 ottobre, l'Auditorium di viale de Coubertin si trasforma da Parco della Musica a Villaggio del Cinema per ospitare il Festival Internazionale del Film di Roma. Il neo presidente Gian Luigi Rondi ha presentato oggi il programma della Selezione Ufficiale, che raccoglie al suo interno due voci: "Anteprima" (affidata a Piera Detassis), una sezione di film incentrati sulle grandi interpretazioni, e "Cinema 2008" (affidata a Teresa Cavina e Giorgio Gosetti), la sezione che si occupa più strettamente degli autori. Per il terzo anno consecutivo, la festa prevede "Alice nella Città", lo spazio del cinema per il ragazzi, che quest'anno ha ideato una vera e propria retrospettiva sull'animazione made in Italy, tanto che ogni film della selezione ufficiale verrà preceduto da un cortometraggio di animazione. Infine, la gestione Rondi conferma l'attenzione al Mercato, secondo grande polmone del festival (almeno nelle intenzioni), dislocato tra piazza Barberini e via Veneto.
Completano il programma uno sguardo particolare al cinema brasiliano, un omaggio alla personalità poliedrica di Viggo Mortensen e la possibilità di incontrare, tra gli altri, David Cronenberg, Michael Cimino e Olivier Assayas. Mentre, per ricordare le famiglie del cinema italiano, il festival ospiterà Brando e Christian De Sica, Gil e Renzo Rossellini, Maria Sole e Gian Marco Tognazzi, un ricordo di Nino Manfredi, di Steno e di Dino Risi.

sabato 27 settembre 2008

Miracolo a Sant'Anna


Un film drammatico incentrato sulla tragedia dei soldati americani che combatterono contro i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale nel paesino toscano di Sant'Anna di Stazzema

“Miracolo a Sant’Anna” è ambientato in Toscana nel 1944. È la storia di quattro soldati neri americani della 92ª Divisione “Buffalo Soldiers” dell’esercito statunitense – interamente composta da militari di colore – che rimangono bloccati in un piccolo paese al di là delle linee nemiche, separati dal resto dell’esercito, dopo che uno di loro ha rischiato la vita per trarre in salvo un bambino italiano. Asserragliati sulle montagne toscane con i tedeschi da un lato ed i superiori americani incapaci di gestire gli eventi dall’altro, i soldati riscoprono una dimenticata umanità tra gli abitanti del paese, insieme ad un gruppo di partigiani e grazie all’innocenza ed al coraggio del bambino italiano, il cui affetto dona loro un segnale di speranza per riuscire ad andare avanti. Mentre il dramma della II Guerra Mondiale infuria, italiani, americani e tedeschi imparano il vero significato di amicizia e coraggio, in questa storia che dimostra cosa siano in grado di fare l’amore ed il potere dello spirito.

Sfide senza regole



Un film di Jon Avnet. Con Al Pacino, Robert De Niro, 50 Cent, Carla Gugino, John Leguizamo, Donnie Wahlberg, Brian Dennehy, Dan Futterman, Trilby Glover, Rob Dyrdek. Genere Azione, colore 100 minuti. - Produzione USA 2008. - Distribuzione 01 Distribution - [Uscita nelle sale venerdì 26 settembre 2008]

Poliziotti a caccia di Killer, Ma non poliziotti qualunque. In «Sfida senza regole» i miti di Hollywood lavorano spalla a spalla: «Tra noi grande feeling», raccontano. Cronaca di un set straordinario.
La sanno lunga. Lo si legge nei loro occhi quando scendono, sornioni, rilassati, circondati da un'aura impenetrabile, dall'auto che li porta sul set di Sfida senza regole. Righteous Kill (in uscita in Italia il 26 settembre). Lo si legge negli occhi dello staff; del regista Jon Avnet, perfino nello sguardo devoto e remissivo del terribile Curtis Jackson, alias 50 Cent, il rapper che ogni tanto si dedica al cinema e se, sul suo palco, è una tigre feroce, qui è un agnellino che prende appunti e racconta disarmante: «Anche quando non devo girare vengo sul set per imparare guardandoli lavorare».
Al Pacino e De Niro - una coppia che vale da sola una buona fetta della storia del cinema americano - arrivano come carismatici principi nel parco di Bridgeport, amena cittadina del Connecticut dove si girano le parti non newyorchesi del newyorchisissimo film che racconta di due veterani poliziotti della Grande Mela che, a un passo dalla pensione, vengono richiamati da un brutale e singolare omicidio (firmato con alcuni esplicativi versi poetici) che richiama la precisa eventualità che si tratti di un serial killer.
In mattinata c'è stato un piccolo incendio nell'ufficio postale dove dovevano girare una scena, ma nel cinema non si può perdere una giornata e allora la troupe si è mobilitata in fretta e furia per allestire il set nel parco dove bisogna girare la scena di una partita di baseball. De Niro, malgrado l'età, si butta a giocare coi ragazzi, mentre dagli spalti Al Pacino ride. Sono tutti affascinati, a fianco delle due leggende.
i giocatori, De Niro lo possono anche spintonare. Nei gioco è tutto permesso. Ma già sul set è come vedere giocare assieme Pelé e Maradona. Nervosismo da eccesso di star? «Siamo amici da un sacco di tempo» tranquillizza De Niro in una pausa «e questo aiuta, crea una zona rassicurante». «Sì» gli fa eco Pacino «ci sentiamo a nostro agio, c'è confidenza, una complicità che in genere si acquista solo dopo molto tempo che si lavora insieme. Ma tra noi c'è una innata fiducia».
Eppure i due non hanno praticamente mai lavorato insieme. C'è un precedete, il film Heat, in cui interpretavano rispettivamente il cattivo e il buono, ma erano «a confronto» solo in un paio di brevi scene.
«Abbiamo parlato mille volte dell'eventualità di fare una cosa davvero insieme»I ricorda De Niro «È per un motivo o per un altro non se n'è mai fatto nulla. Ci conosciamo fin dai tempi dell'Actors Studio, ma, anche li, eravamo in classi diverse, non abbiamo mai recitato insieme». Dunque è un battesimo. Chi proprio non sta nella pelle è il regista Jon Avnet (Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, Qualcosa di personale). Dice: «Pensare a loro due insieme è come un sogno, ed è successo quasi per caso, se l'avessimo programmato non sarebbe mai successo. In realtà avevo dato la sceneggiatura a Bob e poi gli ho chiesto chi avrebbe visto nella parte dell'altro poliziotto. Lui ha risposto: Al, è ovvio. Io dissi che quella era un telefonata non proprio facile da fare, almeno per me». Ci pensò lo stesso De Niro e lo scritto fini in mano a Pacino, che racconta: «Ero molto nervoso. Avevo voglia di lavorare con Bob e Jon, e forse avrei detto si anche se la sceneggiatura non mi avesse entusiasmato. Ma, fortunatamente, l'ho trovata straordinaria».
E così è partita l'avventura. De Niro e Pacino sono due poliziotti, amici, ma anche rivali, con due differenti caratteri e con un mare di psicologia da riversare nelle parti. La storia è classica, in fondo, ci sono due poliziotti che inseguono un serial killer. Ma, grazie alla sapienza dei due, assume risvolti profondi e finisce per creare un gioco di specchi su quello che è diventata oggi New York e sulla confusione che regna a proposito dell'eterna distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male. E questa volta sono entrambi dalla parte della giustizia. Ma non era più facile, o almeno più suggestivo, interpretare il ruolo dei cattivi? «In un certo senso, sì» racconta De Niro «ma alla fine lo vedrete, non è poi così scontata che chi sta dalla parte della giustizia sia per forza nel giusto. I buoni non sono mai così buoni. E viceversa». Il parco è silenzioso, ci sono uccellini che cinguettano, un piccolo lago da una parte che ispira bucoliche riflessioni. In questa calma olimpica, singolare in una lavorazione cinematografica, le voci dei due attori risaltano con impressionante chiarezza. La tentazione di rinverdire con due superstar alcune delle loro più famose battute è forte, ma bisogna trattenersi. Del resto, anche tutti quelli che lavorano qui si trasformano in fan, automaticamente. Il rapporto professionale scivola fatalmente nell'idolatria, a cominciare dal regista. «Quando li vedo recitare» confessa Avnet «mi verrebbe da dire: ancora, non smettete».
Curtis Jackson, nome d'arte 50 Cent, è ancora più esplicito e dice qualcosa di davvero inimmaginabile: «Prima di cominciare a lavo rare ci siamo in contrati per la lettura del copione. Volevano essere sicuri che non fossi un disastro. Be', devo dire che sotto il tavolo avevo le gambe che mi tremavano. Poi ho imparato a rilassarmi ed è andata bene». Di lui, ora, dicono: «È formidabile». E regista lo descrive molto lontano dal cliché del rapper: un bravo attore, disciplinato e attento.
E poi ci sono loro due, i giganti, i monumenti viventi. Quando parlano si ha sempre l'impressione che a parlare sia uno dei loro personaggi. Sono talmente incastonati nei loro ruoli celebri, che la loro presenza fisica, per non dire la normalità di una conversazione fuori dal set, mantiene sempre qualcosa di irreale. A un certo punto scherzano tra di loro sugli inizi della carriera. Ricordano Il padrino dove recitavano in diverse fasi della saga dei Corleone: «Io sono tuo padre» dice solenne De Niro a Pacino, che ammette sorridendo. E a ricordare Il padrino si cade di nuovo nella tentazione. Potrebbero, per cortesia, recitarci un pezzetto del film? Tutti lo pensano, nessuno ha il coraggio di chiederlo, ma quando entrano nella limousine nera che deve riportarli sul set, sembra che Corleone padre e Corleone figlio si siano incontrati una volta ancora, e che finalmente possano dirsi tutto quello che non fecero in tempo adirsi allora.
Da Il Venerdì di Repubblica, 12 settembre 2008
Sito: La Repubblica

martedì 16 settembre 2008

E' Morto Richard Wright tastierista dei Pink Floyd

E' morto lunedì all' età di 65 il tastierista dei Pink Floyd, Richard Wright dopo una lunga lotta contro il cancro. Nato il 28 luglio nel 1943, incontrera a Cambridge Roger Waters e Nick Mason ed insieme fonderanno i Pink Floyd nel 1965. Lascerà il gruppo dopo l'uscita del famosissimo album "The Wall", per poi ritornare nel 2005 con tutto il gruppo in occasione del concerto di beneficenza "Live 8" Londra.
Un grande omaggio a quest'uomo monumentale.

mercoledì 10 settembre 2008

VI Edizione Trailers FilmFest 2008


Il pubblico vota il trailer più bello della stagione cinematografica.

Trailers FilmFest 2008, sesta edizione

lunedì 25 agosto 2008 - Chiara Renda
Iniziano il 25 agosto le votazioni dei trailers selezionati per la sesta edizione del Trailers FilmFest, l'unico festival in Italia e in Europa che premia i migliori trailers della stagione cinematografica. Il festival si terrà a Catania il 25, 26 e 27 settembre 2008, con la direzione artistica di Stefania Bianchi.
Segmento principale del festival rimane anche quest'anno il Concorso con 30 trailers fra italiani, europei e world selezionati tra i film usciti in sala tra il 15 agosto 2007 e il 15 agosto 2008 e votati da una giuria di qualità (composta da Rita Rusic, Anselma Dell'Olio, Tiziana Rocca, Claudio Sorrentino e Mario Venuti) che premierà il Miglior Trailer italiano, il Miglior Trailer europeo e il Miglior Trailer World. Al pubblico il compito di decretare il Migliore Trailer della stagione cinematografica sia durante il festival che sul sito www.trailersfilmfest.com, dove gli utenti potranno visionare e votare il loro trailer preferito. I migliori trailers verranno premiati con l'elefantino, simbolo di Catania e storico premio del Trailers FilmFest, durante la serata finale del festival.
Novità di questa edizione è la premiazione non soltanto delle case di distribuzione dei trailers vincitori, come è avvenuto ogni anno, ma anche dei realizzatori dei trailers. Alle tre tradizionali sezioni - Concorso, TrailersLab, con workshop, rassegne di trailers, incontri sui mestieri del cinema, dibattiti in sinergia con l'Università di Catania, e Trailers Première, con anteprime cinematografiche presentate dai registi, interpreti e distributori - per l'edizione 2008 si aggiungerà una nuova sezione: Trailers Professional con un incontro dedicato alla promozione cinematografica e con importanti riconoscimenti.
www.trailersfilmfest.com

Si tiene a Catania dal 25 al 27 settembre la sesta edizione del Trailers FilmFest, l'unico festival in Italia e in Europa che premia i migliori trailers della stagione cinematografica. Il trailer inteso dunque non soltanto come strumento di promozione, ma anche come forma d'arte a se stante. Al pubblico il compito di votare e decretare il trailer vincitore sia durante il festival che sul sito www.trailersfilmfest.com, dove gli utenti potranno visionare e votare il loro trailer preferito.
Il settore principale del festival rimane il Concorso con 30 trailers suddivisi nelle tre categorie Italia, Europa e World (selezionati tra i film usciti in sala fra il 15 agosto 2007 e il 15 agosto 2008) e votati da una giuria di qualità (composta da Rita Rusic, Anselma Dell'Olio, Tiziana Rocca, Claudio Sorrentino e Mario Venuti) che premierà il Miglior Trailer italiano, il Miglior Trailer europeo e il Miglior Trailer World con l'elefantino, simbolo di Catania e premio del Trailers FilmFest, durante la serata finale del festival. Quest'anno per la prima volta saranno premiati anche i realizzatori dei trailers oltre alle case di distribuzione.
Altra sezione è il laboratorio creativo TrailersLab, incontri e workshop che permetteranno ai giovani di conoscere più da vicino il mondo dei trailers e agli addetti ai lavori di approfondire le dinamiche della distribuzione cinematografica alla luce dei cambiamenti dei linguaggi. Due i workshop dell'edizione 2008, uno sarà dedicato ai "Booktrailer: I trailers per promuovere i libri" curato da Marsilio editori, l'altro a "La promozione cinematografica attraverso internet". Non mancheranno le rassegne di trailers e gli incontri sui mestieri del cinema che consentiranno ai partecipanti di incontrare i grandi professionisti del mondo del cinema.
Ma il Trailers FilmFest non è solo trailers. Con le sue anteprime cinematografiche e gli omaggi, con la sezione Trailers Première il festival non rinuncia al buon cinema e allo spettacolo presentando film in anteprima nazionale dai listini delle più importanti case di distribuzione cinematografica. In questa edizione, le anteprime saranno targate Medusa Film e 20Th Century Fox.
Alle tre tradizionali sezioni, per l'edizione 2008 si aggiunge una nuova sezione, Trailers Professional, che vuole essere momento di incontro tra i professionisti del mondo del cinema, del mondo della promozione e della pubblicità, e prevede l'assegnazione di importanti riconoscimenti: Il Premio alla Professionalità ad Adriana Chiesa, Premio alla Rivelazione dell'Anno, che sarà assegnato a Carmine Amoroso (regista del film Cover Boy), il Premio alla Migliore Sala Cinematografica, che andrà all'esercente della sala cinematografica che ha avuto la migliore programmazione e il miglior incasso della stagione; il Premio alla Migliore Campagna Promozionale che verrà assegnato agli autori della campagna promozionale più originale ed efficace ideata per il lancio di un film italiano; il Premio alla Miglior locandina, e il Premio al Miglior sito per promuovere un film.
Fonte Mymovies