venerdì 20 novembre 2009

Segreti di Famiglia

Un film di Francis Ford Coppola. Con Vincent Gallo, Alden Ehrenreich, Maribel Verdú, Klaus Maria Brandauer, Carmen Maura,Rodrigo De la Serna, Leticia Bredice, Mike Amigorena, Sofía Castiglione, Francesca De Sapio, Adriana Mastrángelo, Silvia Pérez, Erica RivasTitolo originale Tetro. Drammatico, durata 127 min. - USA, Argentina, Spagna, Italia 2009. - Bim uscita venerdì 20 novembre 2009. Benjamin, che sta per compiere 18 anni, va a cercare a Buenos Aires il fratello Angelo (che tutti conoscono come Tetro dall'abbreviazione del cognome). Tetro ha rotto da tempo i ponti con la famiglia e in particolare con il padre Carlo (musicista di fama mondiale) e ora vive con Miranda facendo il tecnico delle luci in un teatrino locale e scrivendo testi che non piacciono ad Alone, la più importante e potente critica letteraria del Paese. L'incontro tra i due è conflittuale: Tetro non vuole davvero più avere rapporti con i familiari anche se in passato, nel momento in cui era fuggito dalla casa paterna, aveva lasciato una lettera a Benjamin in cui prometteva di tornare per portarlo via con sé e proteggerlo.Francis Ford Coppola realizza il terzo lunngometraggio completamente suo (nel senso che ne ha scritto anche soggetto e sceneggiatura) dopo The Rain People e La conversazione. Si percepisce sin dalla prima inquadratura in uno splendido bianco e nero (il dettaglio del volto di Tetro che osserva una falena che sbatte ripetutamente contro una lampadina) che in questo film c'è la voglia da parte del regista di guardare dentro se stesso e la propria vita. È quello che fa quasi con spudoratezza offrendoci anche una sintesi del suo modo di concepire il cinema. Sul piano personale questa vicenda, in cui i legami familiari finiscono con il rivelarsi più forti di qualsiasi tentativo di alienarli, non manca di riferimenti diretti alla vita del regista. Padre e zio musicisti come nel film, famiglia sempre al seguito ovunque e, sicuramente, la sua stessa figura di padre/padrone dominante. Non è forse un caso se la figlia Sofia ha esordito come regista con Il giardino delle vergini suicide in cui i rapporti tra genitori e figlie non erano certo tra i migliori. In proposito Coppola ha dichiarato che nulla di ciò che si vede in Tetro è successo ma che però è tutto vero.Ma ciò che ancor più conta è il modo in cui Coppola dichiara il suo amore per un cinema che ha alle proprie radici il melodramma classico. Ce lo aveva già mostrato ne Il Padrino. Parte terza e ce lo ricorda ora con una vicenda in cui il colpo di scena è sempre in agguato e la musica classica gioca un ruolo non indifferente. Ma ci sono anche i ragazzi di Rumbe Fish in Tetro con la loro adolescenza tormentata (non a caso Il regista aveva pensato a Matt Dillon come protagonista anche se poi la scelta di Vincent Gallo qui si rivela vincente). C'è un padre che vampirizza il figlio come neanche Dracula avrebbe saputo fare. C'è la lettura in filigrana della scrittura come terapia (e cosa ha fatto in questo caso Coppola se non anche scrivere il film?). E c'è una situazione quasi speculare a quella vissuta dal protagonista di La conversazione. Così come in quel caso l'intercettatore diveniva preda del suo stesso spiare così qui Benjamin, decodificando i manoscritti di Tetro, ne porta alla luce il rimosso ma, al contempo, rischia di finire egli stesso preda di una realtà troppo pesante per poter essere sostenuta. In chiusura un suggerimento che ogni tanto si rivela necessario: cercate di non farvi raccontare lo snodo della vicenda. Finireste col guardare la falena dalla parte sbagliata.

Giancarlo Zappoli My Movies

venerdì 6 novembre 2009

Nemico Pubblico


Un film di Michael Mann. Con Johnny Depp, Christian Bale, Marion Cotillard, Billy Crudup, Stephen Dorff Stephen Lang, Channing Tatum, Leelee Sobieski, Emilie de Ravin, Giovanni Ribisi, David Wenham, Rory Cochrane, Lili Taylor, Carey Mulligan, John Ortiz, James Russo, Christian Stolte, Jason Clarke, John Judd, Michael Vieau, Wesley Walker, Branka KaticTitolo originale Public Enemies. Drammatico, durata 143 min. - USA 2009. - Universal Pictures uscita venerdì 6 novembre 2009. John Dillinger è un fuorilegge col vizio del baseball, del cinema e delle macchine veloci. A colpi di Thompson e a capo di una gang armata, rapina banche ed estingue i debiti degli americani impoveriti dalla (Grande) Depressione. Le sue fughe rocambolesche e temerarie gettano imbarazzo e sconforto sulle istituzioni e su Edgar Hoover, ambizioso direttore del Bureau of Investigation. Elegante ed impavido, Dillinger ha un proiettile sempre in canna e un cappotto per ogni occasione e per ogni signora, rapinata del suo cuore o rapita dal suo fascino. La sua nemesi, efficiente e laconica, ha il volto e il garbo "gable" di Melvin Purvis, determinato ad accomodarlo sulla sedia elettrica. Decimata la sua compagine di criminali e assediato dalla polizia, Dillinger sceglierà la via fatale (e letale) del cinema. Durante gli anni più duri della Depressione banditi rurali, rapinatori di banca indipendenti, rapitori di bambini e ladri alla giornata infestavano il Midwest. Nelle loro scorribande colpivano banche isolate e rifornitori di benzina, abbattendo a colpi di mitra proprietari e passanti inermi, prima di fuggire sulle loro automobili veloci e dentro gli abiti "ricercati". Sfruttando l'inefficienza e la corruzione dell'apparato statale e della polizia, cercavano il denaro facile e trovavano la soddisfazione alla propria eccitazione nel raggiungimento di una fama istantanea. Il maggiore tra loro, John Dillinger, era un fuorilegge e un esibizionista, abilissimo col mitra, simpaticamente disinvolto e irriverentemente in fuga da banche, celle e carceri. Drogato di glamour come gli sbirri in abiti firmati di Miami Vice e testimone delle grandi promesse delle metropoli (automobili, abbigliamento sfarzoso, belle donne, feste in locali di lusso), Dillinger diventa il nuovo eroe solitario di Michael Mann, nemico pubblico che come il suo autore seppe creare una tendenza. Conforme al bel sembiante (e al bell'aspetto) di Gary Cooper e Clarke Gable, Johnny Depp incarna l'immagine più sentimentale e romantica del gangster. Segnato dall'impossibilità di toccare le persone senza ferirle, Depp è di nuovo martire sulla strada della sofferenza e delle cicatrici. La morbidezza del suo sguardo scalda la narrazione (formalmente) fredda di Mann e si allarga sul G-man di Christian Bale, sul lato opposto della legge e dell'ordine. Se Dillinger impiega la rapina come affermazione d'identità, anche sessuale (Billie Frechette è letteralmente "rapita"), e propaga nel mondo il mito dell'invincibilità dell'outlaw hero, Purvis trasforma la caccia ai criminali in un massacro di esecuzioni e tirassegno (l'abbattimento di Baby Face). In delicato equilibrio interdipendente col gangster, l'uomo del governo è caratterizzato e motivato costantemente dalla sua presenza, facendo dell'opposizione-identificazione con Dillinger una questione interiore. Il conflitto con la società ripiega allora nel confronto personale, in cui poliziotto e criminale si sovrappongono. Dentro la densità narrativa e la struttura polifonica del Nemico pubblico di Mann si muovono due combattenti solitari angosciati dalla privazione (ormai prossima) di un ruolo. Il regista coglie bene il senso tragico del poco tempo che i protagonisti hanno ancora da vivere per compiere il proprio destino. Nel melodramma nero e criminale dell'autore americano il motore dell'azione è la nostalgia per qualcosa che Dillinger e Purvis si sono lasciati alle spalle ma che non riescono ad abbandonare: un blackbird che canta in sala (da ballo) ma tace sotto interrogatorio, un nemico pubblico maledettamente privato e troppo in fretta abbattuto. Architetto degli spazi e creatore (cool) di mondi solidi (e storici), Michael Mann frequenta i generi e ne verifica i limiti fino alla soglia, fino a intrecciarli e a contaminarli. Il suo cinema apre allora derive che interrompono l'azione vera e propria, dirottando su Cuba o su Chicago, dentro storie d'amore perfettamente simmetriche. Gli inseguimenti, le sparatorie, le fughe, l'amore e il sesso si combinano armoniosamente, consumandosi lentamente e in maniera epocale e infilando la potenza evocativa del melodramma in un film di genere radicalmente opposto. Nel suo Chicago Melodramma e dietro all'eroismo di Dillinger si nasconde un'anima appassionata e (a)morale che morirà come Blackie Gallagher "sulla cattiva strada".
Marzia Gandolfi My Movies

La Prima Linea



Esce il 20 novembre "La Prima Linea" di Renato De Maria, discusso film che affronta argomenti scontanti del periodo della formazione di gruppi armati che va dal periodo degli anni 70 fino agli anni 90. Ad interpretare il film il bravissimo Riccardo Scamarcio, accompagnato da una bellissima interprete come Giovanna Mezzogiorno. In una Torino a cavallo tra gli anni 80 e gli anni 90 nel carcere "Le Nuove", un uomo racconta la sua storia. E' Sergio, fondatore della "Prima Linea", gruppo armato di sinistra che in Italia aggiva soprattutto al Nord tra il Piemonte e la Lombardia.
Il film è un romanzo appassionato in un periodo difficile della nostra benamata nazione, coinvolta in quello che i libri di storia e molti giornali definiranno quel periodo come gli "Anni di Piombo". Da nord a sud terrorismo, mafie e le lotte sociali fanno parlare di loro con tantissimi omicidi e scontri violenti.
Un romanzo dove "Prima linea" cerca nell'82 di far evadere quattro detenute dal carcere di Rovigo, all'interno Susanna la donna che Sergio ama.
Un altro "Romanzo Criminale"? Film sicuramente da vedere, per il periodo storico affrontato.
Ciao a tutti Kinoki

mercoledì 4 novembre 2009

Addio Claude Levi-Strauss



Claude Levi-Strauss, antropologo e psicologo francese, padre dello strutturalismo, è morto all'età di 100 anni. Lo ha reso noto la sua casa editrice, la francese Plon. Nato a Bruxelles nel 1908, Levi-Strauss è diventato una celebrità negli anni Sessanta dopo la pubblicazione del libro «Antropologia strutturale», seguito da quello che è considerato il suo lavoro più importante, «Il pensiero selvaggio». Il metodo di indagine «strutturalista», che caratterizzò il suo operato, fu il frutto di un lungo periodo trascorso negli Stati Uniti, dove fu costretto a scappare nel 1939 per evitare le persecuzioni naziste contro gli ebrei. A New York insegnò presso «la nuova scuola per le ricerche sociali» e insieme a Jacques Maritain, Henri Focillon e a Roman Jakobson, fu uno dei fondatori dell'ecole libre des hautes etudes, una università per accademici francesi in esilio.

L'Uomo Che Fissava Le Capre

Bob Wilton è un giornalista pavido e impacciato, abbandonato dalla moglie e a caccia dello scoop della vita. Inviato di guerra in Iraq nel tentativo disperato e maldestro di attirare l'attenzione della fedifraga consorte, Wilton incontra lo stralunato Lyn Cassady, soldato Jedi e monaco guerriero appartenente alla New Earth Army, un'unità sperimentale dell'esercito americano che vuole "combattere" le guerre col flower power. In grado di attraversare i muri e di fermare con lo sguardo il cuore di una capra, abili nel leggere nel pensiero del nemico e nel dissolvere le nuvole nel cielo, l'esercito hippy, fondato dallo stupefacente Bill Django, accoglie tra le sue fila il giornalista, iniziandolo al lato nobile della Forza. Tra rapimenti, vagheggiamenti e dosi massicce di LSD, Bob Wilton scriverà il suo articolo e ristabilirà l'equilibrio nella Forza.Ispirato (forse) a un'incredibile storia vera e trasposto (innegabilmente) dal libro di Jon Ronson, L'uomo che fissa le capre è una commedia demenziale, nera e dissacrante verso quei monumenti intoccabili dell'autorità trattata spesso con reverenza (America's Army). La scrittura efficace di Grant Heslov, sceneggiatore di Good Night, and Good Luck e osservatore lucido dei costumi americani, si fa immagine demitizzante nel suo film d'esordio. Anche questa volta i tempi sono giusti e le intenzioni incoraggianti. Il sapore del cinema americano d'impegno è ribadito dalle pagine e dallo sguardo del regista-sceneggiatore, che tratta con acuto cinismo argomenti serissimi e assesta una tipica vicenda da film di guerra dietro il filtro di una comicità irresistibilmente illogica. Pienamente a proprio agio nelle situazioni comiche, Heslov realizza col sorriso e attraverso una storia "realmente accaduta" un quadro molto critico della politica americana, popolata, ieri come oggi, da individui perfettamente amorali. Abile nel sondare le ambiguità dell'esercito e i retroterra inquieti della scena militare, L'uomo che fissa le capre dà corpo a soldati (super)eroi e a una società divisa tra paura e patriottismo, guerre coloniali e senso civile, responsabilità e vendette. Come l'ufficiale "illuminato" di Jeff Bridges, che è stato in Vietnam da ragazzo e che non vuole assistere a un nuovo massacro, che ha lottato in quella guerra con le pallottole e che adesso vuole combattere con fiori, parole e gocce di LSD sciolte nel rancio. L'uomo che fissa le capre disinnesca la serietà della guerra e dei suoi "corpi speciali" attraverso dialoghi sagaci e l'intensità burlesca dei suoi attori, George Clooney, Ewan McGregor, Jeff Bridges e Kevin Spacey, tutti perfettamente in parte. Un film che produce il piacere assoluto della visione, pieno zeppo di trovate eccellenti: parodie, new age, giochi linguistici, citazioni, filosofia "star wars", che dimostrano una volta ancora che il cinema può essere più esplosivo della polvere da sparo.
My Movies

mercoledì 16 settembre 2009

I Calanchi Hanno Gli Occhi - Tursi



No al nucleare



Salve lettori di kinokivideo, volevo sollecitare una notizia che da tempo circolava, e che ora sembra che stia venendo a “galla”. Sono due mattine che mi alzo, e leggendo i giornali noto delle strane notizie che riguardano la nostra regione, precisamente la Basilicata.
In questi giorni il pentito della ‘Ndrangheta Francesco Forti ha indicato alla procura di Cosenza
alcuni siti dove sarebbero state affondate navi con carichi di bidoni altamente tossici, addirittura con sostanze radioattive. Bene i siti iniziali sarebbero quelli della regione Calabria, esattamente a largo di Cetraro e Amantea.
Ma la cosa che mi ha colpito di più è stato il giorno seguente, Maratea e Metaponto anche esse sono state indicati come possibili siti dove sarebbero state affondate “le barche dei veleni” con carichi altamente tossici.
Ora i relitti ancora non sono stati trovati, ma se le deposizioni del pentito sono veritiere, allora la nostra regione dovrebbe incominciarsi a preoccupare seriamente.
Ieri sera (15/09/2009) il Tg3 nazionale dava la notizia che la procura ha aperto l’indagine in Basilicata sui siti e sui possibili autori di tale “violenza territoriale”, sarebbe stati messi sotto inchiesta alcuni operatori dell’Enea. Ora siamo davvero preoccupati, perché seguendo un filo logico, l’Enea si trova in materia, per quanto riguarda produzione di sostanze tossiche e radioattive. Il difficile smaltimento di tali sostanze, comporterebbe una spesa onerosa, sia per lo stato, sia per le aziende di stoccaggio, quindi quale metodo migliore che quello di affondare o sotterrare i veleni?
Ho detto bene, SOTTERRARE, perché stamane la Gazzetta del Mezzogiorno (16/09/2009) ha pubblicato un articolo allarmante. Il Pollino, Pisticci e i Calanchi di Tursi sono sotto sorveglianza dagli istituti nazionali di geofisica e vulcanologia (INGV) e l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), causa possibili siti di rifiuti tossici individuati con le dichiarazioni del pentito e analizzate dai satelliti utilizzati da questi enti nazionali. Quindi l’indagine si sta allargando e stanno arrivando notizie sconcertanti per il nostro piccolo Paese.
In questi giorni si parla di nucleare, ancora una volta il ministro Scajola annuncia il suo piano sul nucleare, e addirittura girano voci sui giornali regionali che sarebbero stati di nuovo indicati dieci siti in Basilicata per la nascita di zone per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Bene noi abbiamo condotto una battaglia non poco tempo fa, ed ora siamo di nuovo alle solite. Scanzano Jonico non ci ha insegnato niente, e come sempre per i profitti si fa questo ed altro. Infatti se i “bidoni radioattivi” dovessero venire a galla, come le navi di Amantea Cetraro, penso che del nostro territorio la gente non interessa nulla. Questo è grave, noi Lucani e soprattutto tursitani non abbiamo nessuno controllo sul nostro territorio. Speriamo che il nostro paese non diventi come il sito di deposito dei rifiuti di quel film: “ Le colline hanno gli occhi” di Wes Craven 1977. Un’ipotesi davvero catastrofica, che comporterebbe al nascere di problemi di salute e del nostro territorio. Spero che le indagini portino a buon fine questa situazione, perché non possiamo essere vittime di un sistema criminoso sul nostro territorio, e soprattutto sulla nostra pelle.
Inoltre invito le autorità a chiarire questa situazione ed informarsi su quello che sta accadendo al nostro territorio, coinvolgendo i cittadini tutti, del nostro paese sulla reale situazione che sta attraversando in materia. Il mio documento vuole essere solo un mezzo per informare tutti i cittadini
di Tursi sulla situazione, e che faccia riflettere noi tutti su questa drammatica situazione.

Domenico Carlo Pontevolpe

lunedì 7 settembre 2009

Michael Moore - Lascia a bocca aperta Venezia


Folla, coda e grandi applausi per il documentarista di denuncia americano Michael Moore, dopo "Bowling for Columbine" e "Fahrenheit 9/11" e "Sisko", si presenta con questo nuovo documentario "Capitalism: a love story". Il film esprime tutto il suo disprezzo sul Capitalismo definito dal regista "un male per la società e per la democrazia". Il capitalismo sarebbe per pochi, per i ricchi che controllerebero il mercato mondiale, lasciando le briciole ai poveri e controllando la realtà e la ricchezza dei cittadini mondiali.
Sbarcando a lido di Venezia fa discutere subito l'intervista rilasciata alle emittenti italiane, lanciando una "frecciatina" al nostro capo dello stato Silvio Berlusconi, sulle sue ricchezze e sul controllo dell'informazione italiana, oggetto di discussione su tutte le testate giornalistiche nazionali, dove Repubblica sta conducendo una campagna di raccolta firme per fermare le barbarie del controllo mediatico informazionale del nostro Paese.
Il film di M. Moore uscirà nelle sale il 2 ottobre. Consigliato a tutti anche a chi pensa che la realtà del nostro mondo sia diversa da quello che si pensa.
Buona visione a tutti.

sabato 5 settembre 2009

Il Grande Sogno - Attacco a Placido

ROMA - Michele Placido parla di un attacco squadrista, il sindaco Alemanno gli assicura solidarietà, il centrosinistra parla di un nuovo segnale del clima d'intolleranza che sta soffocando la Capitale. E' ancora polemica a Roma, questa volta per via di un film, Il grande sogno, dello stesso Placido (che sarà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il 9 settembre e uscirà al cinema l'11) e di un gruppo di destra, il Popolo di Roma, che ha deciso di boicottarlo con tanto di picchetti fuori dalle sale cinematografiche. Ma l'incendio, appena divampa, viene soffocato. I militanti tornano sui loro passi: "Non volevamo dare un'immagine oscurantista, siamo stati fraintesi e ci fermiamo qua, nessun boicottaggio".

Manifesti oscurati e picchetti. Durante la notte sono stati oscurati i manifesti pubblicitari del film, con lo slogan "No 68". A rivendicare l'azione Giuliano Castellino, portavoce de Il Popolo di Roma: "E' stata l'anteprima della nostra campagna, anche il Popolo di Roma sarà presente davanti alle sale dove si proietterà il film ma solo per informare tutti i cittadini che quello del '68 non è stato un grande sogno bensì una grande tragedia. Il vero grande sogno è rovesciare il '68 e mandare a casa chi ha distrutto la cultura nazionale e diffuso ateismo, materialismo, droga, odio e lotta di classe".

Placido: "Attacco squadrista". Per il regista l'attacco al suo film "è una minaccia squadrista come non si sentiva da tempo". Per questo chiede al sindaco di intervenire "per garantire, anche agli spettatori, quella sicurezza che vuole assicurare a tutti i cittadini di Roma".

Alemanno: "Andrò alla prima". Alemanno condanna l'azione del Popolo di Roma: "Non solo garantisco a Placido la piena fruizione del suo film, ma lo andrò a vedere e farò in modo che possa avere la massima proiezione esterna. Ritengo - continua - che l'espressione artistica e culturale debba essere non solo libera, ma incentivata in tutte le sue declinazioni". Per questo "qualsiasi tentativo di criticare dal punto di vista ideologico le produzioni artistiche è un fatto negativo e inaccettabile per la città di Roma". Il primo cittadino ha poi chiamato Placido e ha anche accettato il suo invito ad assitere alla prima del film a Roma "anche per testimoniare il mio personale rispetto nei confronti di un grande attore e regista che da tempo si impegna, e lo sta facendo anche sotto la nostra amministrazione, per promuovere la cultura nelle periferie romane".

www.Repubblica.it

martedì 28 luglio 2009

Addio Cunningham

Cunningham grandissimo artista che ha dedidicato tutto il suo amore per la danza, una danza che negli anni ha raggiunto notevoli trasformazioni grazie alle sua geniale fantasia.
Molte sono state le collaborazioni con un altro grande artista, John Cage che insieme hanno dato vita ad una nuova arte, l' "Happening", dove il silenzio diventa musica e danza allo stesso tempo.
Lo voglio ricordare con questo video realizzato dall'idea di Cinzia Barresi e con la mia collaborazione nella fase di realizzazione.
Addio grande artista.

domenica 26 luglio 2009

Alice in Wonderland - Tim Burton e Johnny Depp Avvincenti




Un film di Tim Burton. Con Mia Wasikowska, Johnny Depp, Michael Sheen, Anne Hathaway, Helena Bonham Carter,Stephen Fry, Alan Rickman, Crispin Glover, Matt Lucas, Christopher Lee, Noah Taylor, Timothy Spall, Marton Csokas, Eleanor Tomlinson, Annalise Basso, Jemma Powell, Frances de la Tour, John Hopkins, Austin James Wolff, Tim Pigott Smith, Geraldine James, Lindsay Duncan, Barbara Windsor, Leo Bill, Eleanor Gecks, Lucy DavenportFantastico, - USA 2010.


Una nuova versione animata (con la tecnica del performance-capture e riprese live-action) della storia di "Alice nel paese delle meraviglie" firmata stavolta dal gotico Tim Burton. La classica storia di Lewis Carroll, pubblicata per la prima volta nel 1865 e poi trasposta su grande schermo prima da Norman Z. McLeod nel 1933 e poi - in versione animata - da Walt Disney nel 1951, rivivrà in una versione tecnologicamente avanzata, originale e personalissima diretta dal maestro dell'animazione dark.
Alice ha diciassette anni e scappa da un party altezzoso e segue il Bianconiglio giù per il buco, che la riporta nuovamente al Paese delle Meraviglie. Il Bianconiglio è convinto di avere la ragazza giusta, quella che ha visitato il magico mondo dieci anni prima. Ma Alice non si ricorda la sua visita precedente nel Paese delle Meraviglie, le cui creature sono pronte per una rivolta e sperano e aspettano che Alice li aiuti. Ma lei vorrà farlo? Lo potrà fare?
La Disney ha fatto uscire la versione ufficiale del trailer del film Alice in Wonderland, di cui era uscita in anteprima una descrizione, qualche giorno fa. In questa clip si può vedere come Burton ha fatto uso della tecnologia 3d e sia riuscito a mescolare abilmente le varie tecniche utilizzate per creare il film. Ascoltando la voce del Cappellaio Matto (Depp) seguiamo Alice (Wasikowska) mentre cade nella tana del Bianconiglio e raggiunge il Paese delle Meraviglie. Il film uscirà nelle sale americane il 5 marzo 2010.


My Movies


lunedì 11 maggio 2009

Angeli e Demoni difficoltà dalla chiesa romana


Chiunque tema di sentirsi offeso da Angeli e demoni non vada a vederlo. Anche per me ci sono film offensivi, non vedo le storie di tortura come la serie "Saw"». È la reazione di Tom Hanks alle proteste di personalità cattoliche, tra le quali il vescovo di Potenza Antonio Rosario Mennone, anni 103, contro il film di Ron Howard dal bestseller di Dan Brown, presentato ieri a Roma in prima mondiale alla stampa internazionale. La Sony, che distribuisce Angeli e demoni - in Italia dal 13 maggio in 800 copie e nel resto del mondo dal 15 - ha scelto Roma per l' evento perché il film è stato girato qui. Almeno in parte, visto che, ricorda Ron Howard, «dopo i primi giorni di riprese ci hanno negato molte location. Non mi aspettavo una collaborazione né di girare nelle chiese o nella Cappella Sistina, ma non credevo che l' influenza del Vaticano fosse così forte da impedirci di girare anche in luoghi esterni. Abbiamo risolto altrimenti, la frustrazione è che volevamo mostrare il film ad alcuni prelati, ma non hanno accettato. Lo criticano senza averlo visto». Del resto, secondo il regista, « Angeli e demoni non è anticattolico, è solo un thriller pieno d' azionee di tensione.È la prima volta che faccio un sequel, ma non potevo rifiutare un film in cui si intreccia l' antimateria con l' elezione di un Papa. Il Codice da Vinci era più fedele al libro, aveva un ritmo più pacato e il tema era più provocatorio nei confronti della Chiesa. Però quando parlo con i preti off records tutti ammettono che né il libro né il film hanno influito sulla fede dei credenti». Se pure San Pietro e quasi tutti gli interni sono stati ricostruiti a Hollywood, Roma in Angeli e demoni c' è, anzi il film è un grandioso spot per la città, dove il professor Robert Langdon (Hanks) è chiamato ad interpretare i segni dell' antica setta degli Illuminati, che hanno rapito i quattro cardinali papabili e minacciano la distruzione della città con l' antimateria rubata al Cern in Svizzera. Nel cast internazionale ci sono l' israeliana Ayelet Zurer (un scienziata), l' inglese Ewan McGregor (il Camerlengo), lo svedese Stellan Skarsgaard (capo della guardia svizzera), il tedesco Armin Mueller-Stahl (cardinale). Per l' Italia, oltre al prelato interpretato da Cosimo Fusco, c' è Pierfrancesco Favino, l' ispettore Olivetti che accompagna Langdon nella frenetica ricerca di risolvere il mistero dei segni. Tom Hanks conosceva Roma da turista, «ma stavolta ci sono rimasto quattro mesi e, girando tra chiese e monumenti, ho capito il potere del Vaticano, che non è solo una città di governo, ma una corporazione multinazionale con tanto di business, una specie di Toshiba». L' attore capisce «il fascino del mistero della Chiesa, della ritualità del Concilio, dei costumi dei cardinali. Ogni categoria ha i suoi costumi, a Washington i politici si vestono tutti nello stesso modo. E quando lavoravo come bellboy dovevo portare la giacca uguale a quella degli altri ragazzi». Figlio di «genitori che hanno divorziato più volte, ho vissuto in famiglie di varie religioni, tutte con la certezza assoluta della verità: per questo non riesco ad affidarmi a nessuna. Ma rispetto chi crede, mia moglie è grecoortodossa e i miei due figli sono battezzati», dice l' attore. Che è anche regista e produttore. «Non volevo stare alla mercè del telefono in attesa di un ruolo e ho cominciato a scrivere storie e sviluppare progetti. Adesso non sono più un uomo da affittare, ho una mia attività creativa». Attore da Oscar, Tom Hanks è anche una persona simpatica, ironica, generosa, lodato oltre che da Howard - «Con lui c' è un legame di complicità, da compagni di stanza al college» - da tutti quelli del cast. Senza difetti? «Da bambino rubavo la marmellata, finché mi hanno scoperto. A parte gli scherzi, non sono perfetto,è solo che evito di dire verità sgradevoli. E mi diverto a rispettare le regole: nel lavoro e nella vita». Le regole sono quelle di un democratico, convinto sostenitore di Obama. «I suoi cento giorni di governo sono niente rispetto ai problemi da risolvere. I presidenti in genere arrivano alla Casa Bianca e cominciano a realizzare il loro programma, nessuno si è trovato come Obama, costretto ad occuparsi di tante crisi dolorose e difficili. Per giudicare Obama e il suo programma dobbiamo aspettare». - MARIA PIA FUSCO Repubblica

martedì 5 maggio 2009

A Cannes il film shock di Von Trier


Antichrist è un film che ho scritto di getto, di istinto, senza troppe analisi". Lars von Trier festeggia 25 anni di cinema e racconta del suo ultimo film, Antichrist appunto, in concorso al Festival di Cannes e in uscita il 22 maggio in Italia (distribuito da K Films). Del film finora si sono viste alcune immagini e il trailer. Una è un'immagine degli unici due interpreti, Willem Dafoe e Charlotte Gainsbourg, che fanno l'amore sdraiati ai piedi di un grande albero, dai cui rami spuntano mani umane che li accarezzano, un'immagine impressionante. Il trailer è decisamente più tradizionale. "Se hai visto il trailer, in pratica hai visto tutto il film" dice Lars von Trier con una smorfia. La storia di Antichrist è semplice: un uomo e una donna si ritirano in un piccolo rifugio in una foresta a piangere la perdita del figlio e cercare di andare avanti con la loro vita.

Nella fase preparatoria lei ha visto moltissimi film dell'orrore giapponesi. Che impronta ha dato al suo film dopo averli visti?
"Alcuni dei film giapponesi dell'orrore che ho visto erano molto piacevoli e ben fatti. Per esempio "The ring". Ma non mi hanno influenzato direttamente. Sono pervenuto ormai a una mia versione personale dell'horror: di rado un film resta nel solco del genere al quale appartiene dopo essere passato per le mie mani. Se parto col voler fare un film horror, poi magari finisco col fare qualcosa di ancora più estremo. Come qui".

Il film riflette qualcosa della sua vita personale?
"No, non proprio. Antichrist si ispira molto a Strindberg. Ma anche Dante mi è stato di grande ispirazione. Del resto, chi non ne è stato influenzato? Il film oltre a varie tematiche, affronta anche quella di un personaggio in terapia, quindi qualcosa che io ho vissuto direttamente".

Il film ha due soli protagonisti: una novità per il suo cinema.
"È stato stimolante fare una cosa completamente nuova. Uno pensa che un film così sia destinato a essere noioso, ma mi auguro che non lo sia affatto. Se però giro due volte la stessa tipologia di film di sicuro mi annoio io. E per evitare di annoiarmi mi piace sperimentare, cimentarmi sempre in qualcosa di nuovo. Vado dove mi porta la passione".

Perché ha scelto Willem Dafoe e Charlotte Gainsbourg?
"È stato magnifico lavorare con entrambi. Charlotte è una persona molto riservata. È arrivata tardi in questa produzione, e penso che parte del problema che abbiamo incontrato nel trovare un'attrice davvero interessata al progetto dipende dalla natura in qualche modo pornografica del film. Diciamolo: non è un film per tutti. Immagino che sia questa la ragione per la quale molte attrici alla fine rifiutavano la parte. Willem Defoe è stato anche lui eccezionale con tutte le sfide che ha dovuto affrontare".

Da dove nasce il titolo "Antichrist"?
"È un titolo ben azzeccato. È difficile spiegare per quale motivo il film si intitoli proprio così. Sono sicuro che scoprirò che gli spettatori trarranno conclusioni diversissime in merito".

Nel film pare che non si parli espressamente di religione, ma qual è la sua posizione sull'argomento?
"Sono sempre più convinto che la religione sia soltanto un mucchio di idiozie. Mi sembra qualcosa che alcuni hanno inventato per far sì che tutti gli altri si comportassero in un certo modo. La religione è un insieme di leggi create dagli uomini, che non hanno nulla di divino. Forse nel mondo c'è qualcosa di divino - non mi sento di escluderlo - ma tenendo presente che sono un democratico, è difficile poi scegliere una religione rispetto a un'altra. Quale si dovrebbe scegliere? Le sembra giusto che chi abita in un dato continente debba essere salvato e gli altri popoli debbano essere destinati a un'eterna condanna?".

Ha detto di essere entrato in terapia. Perché?
"Tre anni fa ho sofferto di depressione per la prima volta in vita mia. Con questo film ho cercato di reagire, di riprendermi rispetto a quando me ne stavo sdraiato a letto a fissare il muro per giorni. L'ho fatto per due mesi, ininterrottamente, senza avere l'energia di fare altro. È stata un'esperienza molto difficile. A quel punto non immaginavo nemmeno di poter tornare a fare un altro film. Ciò significa che per Antichrist non è che io abbia lavorato proprio a pieno regime. I medici mi hanno detto che occorre proseguire le terapie farmacologiche fino a cinque anni dopo la fine della depressione".

Ha idea del perché è caduto in depressione?
"Nessuno sa di preciso per quali motivi si cada in depressione, ma io ho una mia teoria. Sono anni che combatto contro alcune fobie e credo che quando le fobie diventano intollerabili, il corpo cerchi in un certo senso di prendersi una pausa, e in questa situazione si cade in depressione. L'intensità della depressione può variare, e alcune persone vogliono gettarsi giù da un ponte. Ma nel mio caso non è stato così. Anche se forse alcuni critici cinematografici l'hanno sperato".

Cosa si aspetta dal festival di Cannes?
"Andare a Cannes è sempre un investimento... Così posso finanziare il mio prossimo film".

(Copyright Ifa-La Repubblica - Traduzione di Anna Bissanti)

(5 maggio 2009)

martedì 21 aprile 2009

Focaccia Blues


Un film di Nico Cirasola. Con Dante Marmone, Luca Cirasola, Tiziana Schiavarelli, Renzo Arbore, Lino Banfi.
«continua

Commedia, - Italia 2009. data uscita 17/04/2009.
Attorno alla vera storia della "focaccia che si mangiò l'hamburger", ovvero l'impresa di un forno di Altamura che nel 2002 fece chiudere un McDonald's a suon di pizza, pane e focacce, lievitano tante vicende parallele. In costante disequilibrio tra finzione e realtà, assistiamo al resoconto delle tante anime altamurane protagoniste e testimoni della vicenda, al viaggio in America del giornalista Onofrio Pepe, intento ad esportare la focaccia pugliese nella culla del fast food, alla fiaba romantica di un fruttivendolo innamorato e della bella del paese sedotta da uno straniero alla guida di una sgargiante Corvette gialla. All'interno di queste cornici si innestano vari siparietti comico-nostalgici animati da Renzo Arbore e Lino Banfi o da ospiti d'eccezione come Nichi Vendola e Michele Placido.
Al secondo blues della sua carriera (dopo Albània Blues), il regista Nico Cirasola adatta il mood nostalgico e "sudista" dei canti dei neri d'America ad un conviviale contrappunto tra fantasia e documentario. I vari percorsi narrativi del film sono infatti altrettante gradazioni tra il vero e il falso: in mezzo al rigoroso stile documentaristico delle testimonianze degli altamurani (questori e carabinieri compresi) e all'operetta morale che ci accompagna al ritmo di tarantella in una Murgia a tinte forti, stanno infatti la surreale impresa "più vera della finzione" di Onofrio Pepe fra i fast food di New York e l'università dell'hamburger di Chicago, e le schermaglie comiche "più false della realtà" di Banfi e Arbore nella parte di loro stessi.
Richiamando alla mente, sempre con un prospettiva umoristica, sia i "profils paysans" di Raymond Depardon che la "realtà fantasticata" di Sergio Citti, e lavorando molto di improvvisazione e spontaneità, Cirasola riesce così a costruire un'opera sfaccettata, eterogenea e aritmica nell'intreccio, eppure straordinariamente genuina e omogenea nella forma. Anche da un punto di vista estetico, sfruttando un'interessante combinazione di formato digitale in alta definizione con ottiche da cinepresa 35mm, Focaccia Blues è un tentativo di amalgamare discorsi apparentemente oppositivi. Non c'è solo la focaccia che si mangia l'hamburger o il documentario che invade la finzione, ma anche il locale che soppianta il globale e la tradizione che vince sull'omologazione, in un trionfo di concetti nati da parole che si mangiano l'una con l'altra, o meglio, che scivolano l'una sull'altra ("glocalizzazione", "slow food" "docu-fiction").
Nel tentativo di essere opera sincretica e "antifonale", il film di Cirasola probabilmente manca di un'ottica realmente global e in alcuni momenti il suo elogio della tradizione e della semplicità tende quasi al lirismo arcadico. Eppure, soprattutto come docu-fiction, genere ancora altamente sperimentale soprattutto nel nostro paese, l'impasto di Cirasola è un composto di vari ingredienti gustoso e assolutamente non indigesto, semplice nell’ideologia ma tutt’altro che pedestre nel linguaggio.

Sky cancella "Shooting Silvio", è polemica


MILANO - Sky cancella la replica di «Shooting Silvio», il film del giovane regista abruzzese Berardo Carboni che racconta di un giovane scrittore di norme Kurtz che decide di uccidere Silvio Berlusconi. Il lungometraggio era stato mandato in onda in prima visione televisiva dall’emittente satellitare di Murdoch la sera di Pasquetta in prime time suscitando la reazione indignata del Pdl che ha definito il film come «un inno alla violenza».

PALINSESTO MODIFICATO - Nel palinsesto dell’emittente satellitare erano previste altre repliche, una lunedì pomeriggio alle 17 e l’altra il 25 aprile. La contestata pellicola tuttavia non è andata in onda: al suo posto un film americano di cui Sky non fornisce il titolo nel tradizionale sottopancia. Shiacciando il tasto del telecomando «i», quello che fa comparire in sovraimpressione una breve descrizione di quello che sta andando in onda, compariva il titolo della «vecchia» programmazione che prevedeva appunto «Shooting Silvio». Segno, probabilmente, che la modifica di palinsesto è stata decisa all'ultimo momento.

«VITA: PERCHE' IL CAMBIO?» - La decisione è stata commentata a breve distanza dal cambio di programma dal senatore del Pd, Vincenzo Vita, che è anche membro della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai: «Come mai Sky ha cancellato le repliche di "Shooting Silvio" - si chiede -? Forse l’onda lunga della richiesta della destra è arrivata a buon fine?».

IL REGISTA: «SONO ALLIBITO» - Non se la sente di parlare di censura, ma per Berardo Carboni, autore della pellicola, la cancellazione dal palinsesto è «un fatto grave»". Il regista si dice «allibito» per quanto accaduto: «Non è una censura perché è una scelta libera di Sky ma è il segno di un potere immanente. Sono allibito e preoccupato se questo potere tocca anche Sky che è stata l’unica tv che negli ultimi anni ha dato visibilità a registi giovani e indipendenti e, insieme al Ministero della Cultura, ha di fatto consentito la sopravvivenza del cinema giovane». Nonostante ciò, il giovane regista si dice "ottimista": "Quanto accaduto dimostra che esiste un controllo ampio e diffuso" dell’informazione e della televisione "e che spesso non si fanno delle cose perché si ha paura. Io non rifarei "Shooting Silvio" ora, ma sono orgoglioso di averlo fatto allora e spero di riuscire a fare ancora. Anzi, ne sono convinto: io riesco a esprimermi. Credo in un futuro di libertà». Ciò che tuttavia lo lascia più "allibito", spiega Carboni, è il fatto che «il film sia stato bloccato non per quello di cui tratta ma perché non era opportuno mandarlo in onda in questi momenti delicati dopo il terremoto in Abruzzo. Ma io mi chiedo: in un paese in cui vanno in onda solo reality e spazzatura come ’La Fattoria’ che non aiutano certo a pensare ma educano una generazione di tronisti, è di cattivo gusto solo un film come il mio che invece invita alla riflessione?».
Fonte il Corriere Della Sera

venerdì 3 aprile 2009

I segreti di Guantanamo


"INSIDE: GUANTANAMO" sarà trasmesso il 5 aprile alle 21 su National Geographic Channel (canale 402 di Sky), tre settimane in un carcere di massima sicurezza che si trova a Cuba. Il documentario del National Geographic tradotto in 34 lingue svelerà i segreti di questo "famoso braccio di ferro".
Il presidente degli U.S.A. ha previsto la chiusura del carcere di Guantanamo entro il 2010, ed è per questo che il National Geografich in "opera di una memoria storica" entra con le sue telecamere all'interno del carcere.
Charles Swift, ex ufficiale di Marina e difensore di Salim Ahmed Hamdan, afgano rinchiuso sull'isola perché indicato come l'autista di Bin Laden: "Guantanamo è stata e resta lo specchio di quel che è stata l'America in questi anni". La Corte Suprema ha chiesto che non se ne cancelli la traccia, perché futura "body of evidence", prova processuale nei giudizi civili o penali a chi ne dovesse essere chiamato a rispondere come responsabile. "X-Ray", il primo campo da cui tutto cominciò nel gennaio del 2002, è dunque oggi una distesa di gabbie abbandonate, infestate dalla gramigna. Un monumento silente all'inizio di quella Storia. I bracci di acciaio e cemento dove oggi restano 240 prigionieri e che di quella Storia sono l'approdo, un monumento lo saranno presto. Anche se di loro, con la memoria di chi li ha abitati, resteranno ora due ore di immagini.

giovedì 2 aprile 2009

OroNero

Presentato a Matera Oronero
per promuovere la Basilicata


MATERA - Un film «per promuovere la Basilicata e le sue risorse», a cominciare da quelle turistiche: con questo obiettivo, il regista Geo Coretti ha presentato oggi a Matera, ai giornalisti, il film Oronero, prodotto da Bluvideo. Il lavoro sarà programmato per 10 giorni prima di essere proiettato in altre città e sarà accompagnato il 3 aprile, data di presentazione al pubblico, da iniziative promozionali come la distribuzione di uova di cioccolato per i bambini e dalla presenza della banda musicale di Salandra (Matera). Per l'occasione saranno presenti attori e quanti hanno collaborato alla lavorazione del film, girato l’estate scorsa in diverse località del Materano. La pellicola ha una durata di cento minuti con musiche di Francesco Paolicelli. Protagonisti del film sono Maurizio Nicolosi, nei panni di un sacerdote “Don Cleto”, Maria Pia Autorino, investigatrice privata, e il materano Nando Irene nel ruolo del boss pugliese “Scannagatta”. Il film ruota intorno al tema del petrolio, l’oro nero, ai luoghi di ritrovamento, ai problemi, agli interessi, alle aspettative che desta tra i singoli e per il territorio. Nel cast anche i materani Giancarlo Fontana e Uccio Mastrosabato, alle prese con una eredità (l'oro nero) che li porta al centro di situazioni paradossali ed esilaranti.

Gazzetta del Mezzogiorno

sabato 14 marzo 2009

Le mani sulla città 2



Siamo di nuovo alle solite... il governo propone un nuovo piano per l'edilizia in Italia. Molte persone si sono impegnate per fermare questa grave situazione, raccogliendo le firme per non far passare a legge quest'idea del governo.
Vi vorrei ricordare che il piano che stanno per adottare al governo Berlusconi è stato realizzato alla fine della seconda guerra mondiale, quando l'Italia si trovava in gravi crisi economica.
Molti autori cinematografici hanno descritto questa realtà facendoci capire quali sono state le conseguenze di questo progetto "anti-ambiente" e a favore della speculazione edilizia. Francesco Rosi è stato protagonista con il suo film "LE MANI SULLA CITTA' 1963 " descrivendo una Napoli nelle mani dei politici e degli ingenieri d'Italia, creando il fenomeno del "Sacco".
Vi allego un video tratto da yuotube del film di Francesco Rosi.
Buona visione il film è consigliatissimo.

venerdì 13 marzo 2009

La Storia di Antonio Passannante ora diventa un Film


Ciak a Matera: si gira un film su Passannante MATERA – Cominceranno a maggio in Basilicata le riprese del film, diretto da Sergio Corbucci, sull'anarchico lucano Antonio Passannante, che nel 1878, a Napoli, attentò alla vita del re d’Italia, Umberto I, ferendolo leggermente, e che fu detenuto a lungo in condizioni disumane. Lo ha annunciato l’assessore alla cultura della Provincia di Matera, Giuseppe Digilio, al termine di «Teatriamo», una rassegna dedicata al teatro emergente: «Corbucci – ha detto Digilio – girerà alcune scene anche in provincia di Matera, nei luoghi che furono teatro del brigantaggio. Il regista selezionerà alcuni dei 175 attori delle 13 compagnie locali che si sono esibite in 'Teatriamò». La vicenda di Passannante è stata rievocata anche dall’attore Ulderico Pesce, promotore di iniziative per ottenere il trasferimento in Basilicata, a Savoia di Lucania (Potenza), dei resti dell’anarchico. Nel paese lucano da anni si discute sul ritorno all’antico nome, Salvia, cambiato in Savoia di Lucania dopo l’attentato, come atto di riparazione verso la monarchia.

Gazzetta del Mezzogiorno

sabato 7 marzo 2009

Lancio Di Keplero, alla scoperta della "Terra"


La Nasa alla ricerca della nuova Terra

In orbita il telescopio cacciatore di pianeti extraterrestri. «Non cerchiamo Et, ma la casa dove potrebbe vivere»

In orbita Keplero

MILANO

- Per la ricerca di una nuova Terra attorno ad un'altra stella della nostra galassia Via Lattea forse è arrivato il momento tanto atteso. La Nasa ha lanciato con successo da Cape Canaveral «Keplero», il primo cacciatore spaziale di pianeti extraterrestri. È un corposo osservatorio alto cinque metri che nasconde al suo interno un telescopio di 1,4 metri di diametro capace di convogliare la luce cosmica su una camera con 95 milioni di pixel, la più potente mai lanciata. Il tutto è stato studiato appunto per scovare intorno a stelle simili al Sole nuovi pianeti della dimensione del nostro globo azzurro sistemati nella «zona abitabile», cioè alla giusta distanza dalla stella madre per consentire un equo flusso di energia in grado di alimentare la vita.

«Non speriamo di trovare Et — ha notato William Borucki del centro Ames della Nasa e coordinatore della missione — ma piuttosto la casa dove potrebbe vivere ». E questo sarebbe già un risultato straordinario. Ma l'impresa non sarà semplice. Finora con i telescopi terrestri a partire dal 1995 si è già rilevata la presenza intorno ad altre stelle della galassia di 340 pianeti. Però nella quasi totalità sono dei giganti gassosi come Giove. Di qualcuno roccioso ci sono solo indizi e per le immagini, finora solo il telescopio orbitale Hubble è riuscito di recente a cogliere una traccia che aiuta poco gli astronomi. Serviva proprio uno strumento concepito per l'ardua caccia e così la Nasa progettava Keplero investendo 600 milioni di dollari allo scopo di condurre il primo censimento dallo spazio di pianeti extrasolari. L'indagine riguarda solo una regione limitata della Via Lattea dove si possono scorgere le costellazioni del Cigno e della Lira, che hanno già attirato l'attenzione del cacciatori di pianeti. In questo territorio infatti hanno catturato da Terra quattro corpi «gioviani» che saranno utilizzati come campioni di riferimento per scovarne altri ma più piccoli.

Il metodo sarà sempre lo stesso: cogliere una variazione nella luminosità della stella quando il pianeta le transita davanti. Un altro metodo utilizzato da Terra con tutte le incertezze del tremolio atmosferico misura le anomalie nella posizione dell'astro causate dalla forza di gravità di un corpo che gli gira attorno. Per conquistare qualche risultato Keplero punterà per tre anni e mezzo il suo occhio sull'obiettivo scandagliando ogni mezz'ora centomila stelle. Le probabilità di cogliere un pianeta della nostra taglia su un'orbita come quella terrestre è dell'uno per cento. Se tutto andrà come ipotizzato dagli scienziati il risultato finale dovrebbe portare alla scoperta di alcune centinaia di nuove terre. «Se invece Keplero non le troverà — aggiunge Borucki — vuol dire che i pianeti come il nostro sono davvero rari nell'universo e noi siamo forse gli unici». «Quando volavo sullo shuttle — ricorda l'ex astronauta e astrofisico Umberto Guidoni — sognavo di poter viaggiare verso un altro pianeta. Ora Keplero porterà almeno il nostro occhio ».

Corriere.it Giovanni Caprara

giovedì 5 marzo 2009

Robin Williams - Problemi al cuore

Cancellati quattro show in florida

Robin Williams ricoverato in Florida

L'attore viene tenuto in osservazione: ha avuto problemi di respirazione


NEW YORK - Problemi di cuore e di respirazione per Robin Williams: secondo quanto riporta il Miami Herald l'attore è stato ricoverato in terapia intensiva in un ospedale di Miami. Williams, che aveva cancellato quattro show in Florida, viene tenuto in osservazione.


05 marzo 2009 Corriere della Sera

lunedì 2 marzo 2009

Nemico Pubblico N.1 - L'istinto di morte * * * *


Titolo originale L'Instinct de mort. Azione, durata 113 min. - Francia, Canada, Italia 2008. - Eagle Pictures data uscita 13/03/2009.
La storia vera e travolgente di Jacques Mesrine, il più famoso gangster della storia di Francia
Nemico pubblico n.1 inizia con l'uccisione, esecuzione, nel traffico parigino di Jacques Mesrine. Attorno alla sua figura, quella di un gangster mediatico, narcisista e violento, Richet costruisce un dittico concepito come due film autonomi, basato sull'autobiografia scritta in carcere dallo stesso Mesrine (che si legge mérin).
Tornato dalla guerra d'Algeria Mesrine rifiuta il lavoro proposto dal padre e inizia un'ascesa senza precedenti nella malavita locale, tra rapine e sparatorie. Malgrado le suppliche della moglie spagnola che gli darà tre figli, diventa, tra gli anni '60 e '70, il gangster più ricercato di Francia. Costretto all'esilio in Canada, sarà arrestato e fuggirà in modo rocambolesco da una delle prigioni più dure dello stato.
Il primo episodio, dalla messa in scena secca e nervosa, ha il pregio di rifarsi ai classici film d'azione degli anni '70 all'americana, con una costruzione dei personaggi credibile e una struttura narrativa avvincente. Un Vincent Cassel con parecchi chili in più si cala nel ruolo in maniera camaleontica: più che adeguato, Cassel pare l'attore necessario alla parte di Mesrine. Gérard Depardieu e Cècile de France supportano un film completamente incentrato su una persona. Nemico pubblico n.1 - L'istinto di morte è infatti un ritratto, più che un poliziesco, che cerca nelle azioni e nei comportamenti di Mesrine una risposta alla violenza, una denuncia alla società, o il punto esatto in cui il suo percorso è divenuto una strada senza uscita. Ma sembrano più tanti piccoli cambiamenti a portare gradualmente la vita di Mesrine verso il baratro.
Nemico pubblico è riuscito appunto perché non riesce a darci alcuna risposta. Senza mitizzarlo né demonizzarlo, Richet non nasconde una profonda fascinazione per il personaggio. E in un'adeguazione del punto di vista, il film, come lo spettatore, cerca di capire qualcosa di una persona che ha suscitato fiumi d'inchiostro oltre che di sangue. Mesrine però fugge sempre, dalle prigioni come dallo schermo.


MyMovie2009 Matteo Treleani

venerdì 13 febbraio 2009

Tarantino intramontabile "Inglourious Bastards"


Nuova attesa prova di Tarantino
In una Francia occupata dai nazisti durante la seconda guerra mondiale, un gruppo di americani-ebrei conosciuto come i "Bastardi" sono scelti per portare paura nel terzo Reich tagliando lo scalpo e uccidendo i nazisti. Da martedì 6 ottobre 2009 al cinema.

Nella Francia occupata dai nazisti, Shosanna Dreyfus (Mélanie Laurent) assiste all'uccisione di tutta la sua famiglia per mano del colonnello nazista Hans Landa (Christoph Waltz). Shosanna risce a sfuggire miracolosamente alla morte e si rifugia a Parigi, dove assume una nuova identità e diviene proprietaria di una sala cinematografica. Altrove in Europa, il tenente Aldo Raine (Brad Pitt) mette assieme una squadra speciale di soldati ebrei : noti come "The Basterds", i soldati vengono incaricati dai loro superiori di agire come cani sciolti sul territorio uccidendo ogni soldato tedesco che incontrano e prendendogli lo scalpo. La squadra di Raine di troverà a collaborare con l'attrice tedesca Bridget Von Hammersmark (Diane Kruger), una spia degli Alleati, in una missione che mira ad eliminare i leader del Terzo Reich. La loro missione li porterà nei pressi del cinema parigino dove Shosanna sta tramando un piano di vendetta privata… Inglorious Basterds, progetto covato da anni da Quentin Tarantino, è ispirato da uno dei cult-movie per eccellenza del regista americano, Quel maledetto treno blindato di Enzo G. Castellari.
Un film di Quentin Tarantino. Con Brad Pitt, Diane Kruger, Mélanie Laurent, Christoph Waltz, Daniel Brühl.
Azione, - USA, Germania 2009. data uscita 06/10/2009.
My Movies 2009