martedì 28 ottobre 2008

Appaloosa




Virgil Cole e Everett Hitch cavalcano insieme nelle terre selvagge, riportando l'ordine nelle città vessate dai fuorilegge. Cole è un self made man scontroso e riservato, Hitch, soldato congedato addestrato a West Point, è il vice di poche parole e lunghi sguardi. La loro meta è Appaloosa, una piccola cittadina nel New Mexico disarmata dal temibile Randall Bragg, ranchero col vizio del Winchester e dello scontro a fuoco. Dopo l'assassinio dello sceriffo di Appaloosa, Cole e Hitch vengono ingaggiati per difendere la città e assicurare il colpevole Bragg alla giustizia ma l'arrivo in stazione della smaliziata signorina French, appassionata frequentatrice di maschi dominanti, abbindolerà eroi e villain, alterando gli equilibri dietro la tastiera di un pianoforte e dentro le lenzuola.

Il western di Ed Harris dimostra chiaramente che c'è ancora spazio per chi voglia rileggere un genere che fa i conti con i miti ricevuti dalla tradizione e riaggiornati attraverso la mediazione dell'industria dello spettacolo. Sopravvissuto in qualche maniera negli ultimi vent'anni e splendidamente rilanciato (in America) dal serial Deadwood, il genere western ha smesso di essere demodè e cavalca di nuovo verso l'Eden originario per conquistare la Frontiera e piegare il futuro alla propria volontà.
Ispirato dal romanzo omonimo di Robert B. Parker, Appaloosa è l'avventura di due eroi che proteggono la comunità dai fuorilegge e dalle pulsioni disgregatrici che sorgono al suo interno. Cole e Hitch sono cowboy sul dorso di un cavallo, centauri custodi e giustizieri dei violenti contro il prossimo, che infondono onore ed esempio di giustizia in un mondo ingiusto. Usando parole e pallottole con eguale efficacia e cura, sceriffo e vice sono personaggi di grande carattere e non poche sfumature, che devono affrontare agguati, attacchi indiani, scontri a fuoco coi fuorilegge e a parole con la magnifica preda-lady, dentro l'ipertrofia degli spazi e sotto il grande cielo.
Ed Harris, rughe autentiche e anima romantica, infarcisce Appaloosa di rinvii sotterranei, metafilmici o espliciti del western-spaghetti, sia pure filtrati attraverso Eastwood, Costner e Walter Hill. Seminando omaggi ai registi che ama, Sergio Leone in primis, il regista tiene strette le redini e gioca con la scala dei campi e dei piani: dai campi lunghissimi al campo medio, dalla figura intera al primo piano, richiamando l'attenzione dello spettatore sul mondo fisico intorno ai personaggi o concentrandolo sulla psiche del personaggio evocato nel quadro. Cole e Hitch, sistemati “di quinta” a chiudere un lato dell'inquadratura e a permettere al nostro sguardo di scivolare in profondità verso la magnificenza degli spazi selvaggi, sono cavalieri solitari che entrano in città, la pacificano, la educano alla legalità e poi l'abbandonano. Appaloosa segnerà la perdita di una relazione definita e l'insediamento dello sceriffo nella città e in un contesto privato (la casa in costruzione). Nonostante le (sotto)tracce omoerotiche, a produrre il colpo di scena sarà una donna, apparizione divistica e agente del disordine travestita di grazia, merletti e tramonti. L'elemento femmineo, rimosso ai margini del quadro dal mito fondativo della Frontiera, farà il suo ingresso lirico in Appaloosa come la Cardinale in C'era una volta il West, diventando presenza perturbante ma sempre ironica, che non trascina più gli uomini sull'abisso della loro sessualità. Miss Allison French è un personaggio da interni che non disdegna un bagno in esterni. È una donna sola ma per nulla in balia degli eventi, decisa a insediarsi nel cuore di un uomo e in una dimensione casalinga, dove cucinare, suonare il piano, preparare il the e fare l'amore.
L'Hitch di Mortensen, vice dal cuore d'oro e dalla morale ineccepibile, è invece l'uomo del confine. Parla sulla soglia della prigione della Contea, indugia su quella del saloon, indeciso sull'ingresso a cui lo invita Cole, già dentro, già inserito. Regolati i conti col villain di Irons, anche lui integrato nel sistema, e offerta una chance allo sceriffo innamorato, dovrà ripartire “cavalcando lentamente verso ovest”. Harris si inventa l'avamposto di un (aggiornato) sogno epico, dominando con fermezza un cast perfetto e funzionale dove, insieme alla sua, brilla la stella del vice Mortensen. Si inventa un film da uomini veri, da gente che non spara alle spalle.
My Movies Marzia Gandolfi

giovedì 9 ottobre 2008

FilmFest Catania: ecco i vincitori





I TRAILER VINCITORI DELLA VI EDIZIONE






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Il Concorso è il cuore del festival con le tre selezioni Italia, Europa e
World
. Trenta
i trailers in concorso
fra italiani, europei e world selezionati tra i film usciti i
n sala dal 15 agosto 2007
al 15 agosto 2008 dal Comitato di selezione del festival che ha valutato i trenta
migliori trailers per originalità, ritmo e appeal. La selezione ha riguardato
esclusivamente i trailers dei film
usciti nelle sale cinematografiche italiane.
Ad una giuria di qualità il compito di scegliere Il Miglior Trailer Italiano,
Il Miglior Trailer Europeo e Il Miglior Trailer World
. Il pubblico, votando sul sito www.trailersfilmfest.com e durante il festival, decreterà, tra i trenta trailers in gara,
Il Miglior Trailer cinematografico della stagione
. Ad essere premiate con l'elefantino, simbolo di Catania e ormai storico premio del Trailers FilmFest, saranno le case
di distribuzione dei trailers vincitori.



GIURIA DI QUALITA':
Cinque i componenti della giuria di qualità Trailers
FilmFest 2008

chiamata a scegliere i migliori trailers della stagione per le tre
selezioni
Italia, Europa, World.

Anselma Dell’Olio (giornalista e critico cinematografico),
Tiziana Rocca
Rita Rusic (produttrice cinematografica),
Claudio Sorrentino
(direttore di doppiaggio),
Mario Venuti (musicista).

www.trailersfilmfest.com

Festival Internazionale del Film a Roma


Cinema italiano, brasiliano e omaggi

Dal 22 al 31 ottobre, l'Auditorium di viale de Coubertin si trasforma da Parco della Musica a Villaggio del Cinema per ospitare il Festival Internazionale del Film di Roma. Il neo presidente Gian Luigi Rondi ha presentato oggi il programma della Selezione Ufficiale, che raccoglie al suo interno due voci: "Anteprima" (affidata a Piera Detassis), una sezione di film incentrati sulle grandi interpretazioni, e "Cinema 2008" (affidata a Teresa Cavina e Giorgio Gosetti), la sezione che si occupa più strettamente degli autori. Per il terzo anno consecutivo, la festa prevede "Alice nella Città", lo spazio del cinema per il ragazzi, che quest'anno ha ideato una vera e propria retrospettiva sull'animazione made in Italy, tanto che ogni film della selezione ufficiale verrà preceduto da un cortometraggio di animazione. Infine, la gestione Rondi conferma l'attenzione al Mercato, secondo grande polmone del festival (almeno nelle intenzioni), dislocato tra piazza Barberini e via Veneto.
Completano il programma uno sguardo particolare al cinema brasiliano, un omaggio alla personalità poliedrica di Viggo Mortensen e la possibilità di incontrare, tra gli altri, David Cronenberg, Michael Cimino e Olivier Assayas. Mentre, per ricordare le famiglie del cinema italiano, il festival ospiterà Brando e Christian De Sica, Gil e Renzo Rossellini, Maria Sole e Gian Marco Tognazzi, un ricordo di Nino Manfredi, di Steno e di Dino Risi.