giovedì 18 dicembre 2008

Sfida Trailer

Trailer vero di Beowulf.

Trailer mio

Che cosa ne pensate?
Dite la vostra in merito!
Ciao a tutti e grazie

martedì 9 dicembre 2008

Christian Bale in Terminator Salvation

Un film di McG. Con Christian Bale, Sam Worthington, Anton Yelchin, Moon Bloodgood, Common.
«continua

Azione, - USA, Germania, Gran Bretagna 2009. - Sony Pictures data uscita 05/06/2009.
Ancora Terminator, per la quarta volta John Connor è finalmente a capo della resistenza contro le macchine
In questo nuovo episodio della famosa serie di Terminator, ambientato in un futuro post-apocalittico nel 2018, Christian Bale interpreta John Connor, l'uomo destinato a condurre la resistenza umana contro la Skynet e il suo esercito di Terminator. Il suo percorso di formazione viene in parte alterato dall'apparizione di Marcus Wright, uno straniero, il cui ultimo ricordo è quello di essere stato nel braccio della morte. Connor deve capire se Marcus è stato inviato dal futuro o proviene dal passato. Mentre la Skynet prepara il suo attacco finale, Connor e Marcus si imbarcano in un’odissea che li porta al cuore delle operazioni della Skynet stessa, dove scoprono il terribile segreto che si cela dietro il possibile sterminio della razza umana. Terminator Salvation: The Future Begins rappresenta l'ultimo capitolo della fortunata serie di Terminator.
Mymovies 2008

venerdì 5 dicembre 2008

Dopo 300 e Sin City un nuovo film di Frank Miller

THE SPIRIT

Genere Azione, durata 103 min. - USA 2008. - Sony Pictures
Un'atmosfera emozionante e carica di tensione, nel sinistro mondo di un eroe nato, morto, e resuscitato dalle tenebre.
Un ex poliziotto ritorna misteriosamente dalla morte nelle sembianze di The Spirit per combattere il crimine nei meandri di Central City. Da giovedì 25 dicembre 2008 al cinema.

Ispirata al leggendario fumetto di Will Eisner, pubblicato tra il 1940 e il 1952, la nuova opera del genio noir Frank Miller (Sin City, 300) è una classica avventura romantica che non manca di una buona dose d'azione, umorismo e spirito dark. È la storia di un ex poliziotto che ritorna misteriosamente dalla morte nelle sembianze di The Spirit per combattere il crimine nei meandri di Central City, una città gotica, disegnata in bianco e nero. Il suo nemico giurato, Octopus (Samuel L. Jackson), un criminale psicopatico con l'ossessione per la genetica, ha però un progetto ben diverso: spazzare via l'amata città di The Spirit e coronare il suo folle sogno di immortalità. Per far questo lOctopus, che ha otto lacrime tatuate sotto gli occhi ad indicare le sue reclusioni in carcere, crea una squadra di cloni di se stesso.
The Spirit ingaggia una lotta senza tregua per sconfiggere questo assassino dal cuore di ghiaccio, inseguendolo nei macabri scenari di Central City, come i fatiscenti magazzini, le buie catacombe o le banchine battute dal vento.
Nel frattempo, il nostro eroe mascherato si trova a fronteggiare uno stuolo di bellissime donne intenzionate ora a sedurlo, ora ad amarlo, ora ad ucciderlo. Intorno a lui vediamo Ellen Dolan (Sarah Paulson), la ragazza della porta accanto dall'intelligenza caustica; Silken Floss (Scarlett Johansson), l'intrigante segretaria di Octopus, attraente e glaciale; Plaster of Paris (Paz Vega), l'omicida ballerina francese dei night club; Lorelei (Jaime King), la sirena fantasma; Morgenstern (Stana Katic), una poliziotta giovane e sexy.
Poi, ovviamente, c'è Sand Saref (Eva Mendes), la ladra di gioielli dalle curve molto pericolose. È lei il suo vero, unico amore fin dall'adolescenza. Ormai è diventata spietata e senza scrupoli. Riuscirà a redimerla prima che lei lo uccida?
The Spirit è un omaggio di Frank Miller, fumettista prima che regista, al maestro Will Eisner, e si basa - come ha dichiarato Miller stesso - su quello che i due amano di più: la città di New York e le donne. Una New York cupa, nello stile degli anni '40 ma allo stesso tempo fuori dal tempo, popolata da donne bellissime e fatali, ma anche da una violenza brutale e affascinante.

MYmovies 2008

Nuovo film di Gabriele Salvatores "Come Dio Comanda"

Salvatores rilegge con sensibilità registica la favola nera di Ammaniti
La storia di un padre alcolizzato, sbandato e disoccupato che educa il figlio al culto della forza e della violenza. Da venerdì 12 dicembre 2008 al cinema.
In una landa desolata del Nord-Est Italia, tra cave di pietra, case sparse e anonimi centri commerciali, vivono un padre e un figlio. Rino Zena, disoccupato e ostinato, educa Cristiano, un adolescente timido e irrequieto che i compagni schivano e le ragazzine umiliano. Soli contro il mondo e contro tutti, hanno un solo amico: Quattro Formaggi, un disgraziato offeso da un incidente con i fili dell'alta tensione e ossessionato da Dio, dal presepio e da una biondissima pornodiva. Uniti da un amore viscerale, Rino e Cristiano tirano avanti un'esistenza orgogliosa che reagisce alla prepotenza del prossimo e all'ingerenza dei servizi sociali. Dentro una notte di pioggia e fango una ragazzina cambierà per sempre i loro destini. Gabriele Salvatores raccoglie per la seconda volta la sfida di Niccolò Ammaniti. Eppure non si tratta veramente di una sfida, piuttosto di un completamento, di uno sviluppo, di una naturale trasposizione dalle parole alle immagini. Il regista milanese si mantiene infatti sostanzialmente fedele al dettato del romanzo omonimo, con qualche minima variante e alcuni interventi chirurgici. La sua operazione consiste nel lasciarsi il tempo di trattare ciò che ha scelto di conservare e nell'evidenziare la natura “cinematografica” del libro.
Così dopo il viaggio verso la coscienza e la disubbidienza (all'ingiustizia) di Io non ho paura, Salvatores gira un('altra) favola nera, affollata di lupi, agnelli e bambine col cappuccio rosso, che procede in direzione contraria e parallela dentro un cono d'ombra e nella risonanza panica del paesaggio. Dopo essere andato a Sud, l'autore si sposta nel lontano e mitizzato Nord, palesandolo e rivelandone i tratti spaventosi. Un luogo di sassi e fango abitato da tre personaggi immersi in un sordo rancore nichilista, che si trascinano giorno dopo giorno tra voglia di integrazione e profonda insicurezza. Come dio comanda descrive le ferite e le miserie di “precari” dell'esistenza sgradevoli e violenti. Una tipologia impossibile da integrare che riesce a trasmettere lo strazio della propria condizione umana per la verità che esprime e che vive di espedienti in una realtà dove tutti sono diventati troppo ricchi. L'impetuoso padre di Filippo Timi porta in sé una ferita che i servizi sociali hanno diagnosticato ma che non si preoccupano di guarire. Nessuno lo protegge o lo sostiene nel quotidiano, nessuno gli offre una chance per uscire da un'esistenza impedita a ogni possibile normalità. Zena è un soggetto inaffidabile, costretto a lottare contro la logica implacabile di un assistente sociale che minaccia di togliergli il figlio, unica e reale possibilità d'amore, e il loro elementare diritto di essere una famiglia.
Poi, il lampo di un temporale infinito scatenerà un evento al di sopra delle loro possibilità, qualcosa di inatteso che ha il carattere del destino. Coniugando una tragedia privata con il non senso collettivo, Salvatores si pone il problema di come continuare a fare del cinema a partire dalla realtà e dalle sue storie, senza ricadere nell'ambiguità morale della mimesi del reale. Imprime quindi alle immagini uno sguardo etico, che rispetta la complessità dei corpi messi in scena e degli accadimenti di cui si fanno veicolo. Quest'ordine di considerazioni si produce come volontà di guardare il prima delle vite dei tre protagonisti, che sfocia nella tragedia quotidiana del loro durante.
Mymovies Marzia Gandolfi

lunedì 24 novembre 2008

La fabbrica dei tedeschi

Una pellicola che dà voce alla rabbia, alle domande senza risposta di come sia potuto accadere, al dolore dei parenti delle vittime
Il drammatico racconto del rogo all'acciaieria Thyssen-Krupp dove morirono 7 operai.

Presentato nella giornata dedicata dalla Mostra del cinema di Venezia al dramma delle morti sul lavoro, La fabbrica dei tedeschi racconta la tragedia della ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni di Torino in cui, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, un incendio divampa e sette operai perdono la vita. I colleghi, giunti in loro aiuto, tentano invano di spegnere le fiamme, ma gli estintori non funzionano. Un incidente fatale, che si poteva evitare, se fossero stati effettuati i controlli e una manutenzione regolari.
La fabbrica dei tedeschi è una pellicola che dà voce alla rabbia, alle domande senza risposta di come sia potuto accadere, al dolore dei parenti delle vittime, alle accuse ai responsabili dell'azienda. La struttura narrativa del film è costituita da un prologo in bianco e nero in cui Valeria Golino, Monica Guerritore, Luca Lionello, Silvio Orlando, Rosalia Porcaro, Vincenzo Russo e Giuseppe Zeno impersonano i parenti delle vittime, rievocando gli ultimi istanti prima della tragedia, e da un documentario che si sviluppa seguendo il filo delle dichiarazioni dei testimoni su quello che accadde quella notte e nelle settimane precedenti. I racconti dei parenti delle vittime, ripresi spesso in primissimo piano, quasi per coglierne ogni più piccola reazione, restituiscono con efficacia l'orrore di quanto è accaduto, la consapevolezza da parte delle vittime della pericolosità di quella situazione lavorativa, il loro accettare, ciononostante, quelle condizioni, nell'attesa e speranza di una vita migliore. C'era chi sognava di aprire un bar, chi, invece, un ristorante a conduzione familiare: certi, in ogni caso, che di lì a poco, tutto sarebbe cambiato.
"I sette morti", dichiara Mimmo Calopresti, "ci hanno svegliato dal sogno e ci hanno portato davanti alla realtà: un incubo fatto di pericoli, fuoco, fiamme e lavoratori, operai che ancora oggi mettono a repentaglio la propria vita sul luogo di lavoro. Gli invisibili dell'azienda modello diventano, in una sola notte, tragicamente visibili". Il regista ha il pregio di restituire al meglio lo strazio per quelle vite spezzate, il dolore muto delle mogli, dei genitori e dei figli per una perdita di cui ancora devono elaborare il lutto e per tali ragioni La fabbrica dei tedeschi è riuscito nel suo intento.
Tuttavia, se nel riprendere tematiche di questa urgenza, il rischio maggiore, sempre latente, per un regista è quello di scivolare dalla documentazione di un evento alla sua rappresentazione, a una, per quanto involontaria, spettacolarizzazione, o a certi compiacimenti linguistici, come ad esempio mostrare la troupe mentre gira, ci sembra di poter affermare, che a questa tentazione, seppure per qualche istante, Mimmo Calopresti non abbia saputo resistere.
Luisa Cerreto

sabato 8 novembre 2008

Cnn e Gorillaz chi si aggiudicherà la prima comparsa "ologrammata"?

Il 4 novembre di quest'anno negli Stati Uniti nello studio della CNN un' inviata da Chicago è stata ologrammata per la prima volta. Si trovava proprio nello studio a parlare con il pubblico e con il direttore della CNN. La tecnica utilizzata nel film di G. Lucas per Guerre Stellari, è stato ripreso da questa testata giornalistica. L'effetto è sensazionale la 3 dimensione è entrata anche nella tv.
Ma sarà davvero la prima volta che quest' effetto è stato utilizzato in tv? Si direbbe di no!
Nel 2006 due anni prima i Gorillaz nel occasione della manifestazione dei Grammy si sono presentati in ologrammi sul palco, essendo dei cartoons e non persone realmente esistenti. sono una band musicale britannica fittizia, dietro la quale si nascondono Damon Albarn, leader anche dei Blur e dei The Good, the Bad and the Queen ed il fumettista Jamie Hewlett.
Si trovono ad interaggire con la cantante Madonna in una performance sensazionale e per la prima volta quest'effetto è stato utilizzato in tv.
Come potrete vedere nel video. L'intuizione non è la mia ma di un noto professore di Scienze della Comunicazione.
Godetevi i due video

giovedì 6 novembre 2008

Book Trailer

Anche il libro ha il suo trailer. Nuova forma di comunicazione, è possibile trovarlo sul web in Italia, ma all'estero come negli U.S.A. e in Canada è entrato anche "dalla finestra" invadendo lo spazio televisivo.
Molte persono sono sciettiche per questo nuovo modo di fare spot per i libri, ma come iniziò con i film americani negli anni 30 con "Ombre Rosse" di John Ford e l'nstancabile "Via Col Vento" di Victor Fleming ora tocca ai nostri libri. Il trailer la più comune forma pubblicitaria per lanciare un film ora diventa "book-trailer". In Italia la Mondadori - Fazi Editore hanno seguito le orme di Marsilio, essendo il primo ad usare un "book- trailer". Ma con la forza del web, soprattutto di Youtube piattaforma "User genereted content" riesce a mostrarci la potenza dei "book-trailer".
Al FilmFestival di Catania alcuni dei Book-Trailer italiani sono stati premiati, anche per lanciare questa nuova tendenza e cercare di farla entrare nei canali televisivi come i trailer dei film.
In America come detto sono già dieci anni che spopolano nel tv, soprattutto nel web, creando dei festival esclusivamente per i Book Trailer, quelli internazionali ovviamente. Qui sotto il vincitore del 2006 Book Video Awards, dal libro Shadow man (in Italia L’ombra, edito dalla Piemme) di Cody McFadyen.


martedì 28 ottobre 2008

Appaloosa




Virgil Cole e Everett Hitch cavalcano insieme nelle terre selvagge, riportando l'ordine nelle città vessate dai fuorilegge. Cole è un self made man scontroso e riservato, Hitch, soldato congedato addestrato a West Point, è il vice di poche parole e lunghi sguardi. La loro meta è Appaloosa, una piccola cittadina nel New Mexico disarmata dal temibile Randall Bragg, ranchero col vizio del Winchester e dello scontro a fuoco. Dopo l'assassinio dello sceriffo di Appaloosa, Cole e Hitch vengono ingaggiati per difendere la città e assicurare il colpevole Bragg alla giustizia ma l'arrivo in stazione della smaliziata signorina French, appassionata frequentatrice di maschi dominanti, abbindolerà eroi e villain, alterando gli equilibri dietro la tastiera di un pianoforte e dentro le lenzuola.

Il western di Ed Harris dimostra chiaramente che c'è ancora spazio per chi voglia rileggere un genere che fa i conti con i miti ricevuti dalla tradizione e riaggiornati attraverso la mediazione dell'industria dello spettacolo. Sopravvissuto in qualche maniera negli ultimi vent'anni e splendidamente rilanciato (in America) dal serial Deadwood, il genere western ha smesso di essere demodè e cavalca di nuovo verso l'Eden originario per conquistare la Frontiera e piegare il futuro alla propria volontà.
Ispirato dal romanzo omonimo di Robert B. Parker, Appaloosa è l'avventura di due eroi che proteggono la comunità dai fuorilegge e dalle pulsioni disgregatrici che sorgono al suo interno. Cole e Hitch sono cowboy sul dorso di un cavallo, centauri custodi e giustizieri dei violenti contro il prossimo, che infondono onore ed esempio di giustizia in un mondo ingiusto. Usando parole e pallottole con eguale efficacia e cura, sceriffo e vice sono personaggi di grande carattere e non poche sfumature, che devono affrontare agguati, attacchi indiani, scontri a fuoco coi fuorilegge e a parole con la magnifica preda-lady, dentro l'ipertrofia degli spazi e sotto il grande cielo.
Ed Harris, rughe autentiche e anima romantica, infarcisce Appaloosa di rinvii sotterranei, metafilmici o espliciti del western-spaghetti, sia pure filtrati attraverso Eastwood, Costner e Walter Hill. Seminando omaggi ai registi che ama, Sergio Leone in primis, il regista tiene strette le redini e gioca con la scala dei campi e dei piani: dai campi lunghissimi al campo medio, dalla figura intera al primo piano, richiamando l'attenzione dello spettatore sul mondo fisico intorno ai personaggi o concentrandolo sulla psiche del personaggio evocato nel quadro. Cole e Hitch, sistemati “di quinta” a chiudere un lato dell'inquadratura e a permettere al nostro sguardo di scivolare in profondità verso la magnificenza degli spazi selvaggi, sono cavalieri solitari che entrano in città, la pacificano, la educano alla legalità e poi l'abbandonano. Appaloosa segnerà la perdita di una relazione definita e l'insediamento dello sceriffo nella città e in un contesto privato (la casa in costruzione). Nonostante le (sotto)tracce omoerotiche, a produrre il colpo di scena sarà una donna, apparizione divistica e agente del disordine travestita di grazia, merletti e tramonti. L'elemento femmineo, rimosso ai margini del quadro dal mito fondativo della Frontiera, farà il suo ingresso lirico in Appaloosa come la Cardinale in C'era una volta il West, diventando presenza perturbante ma sempre ironica, che non trascina più gli uomini sull'abisso della loro sessualità. Miss Allison French è un personaggio da interni che non disdegna un bagno in esterni. È una donna sola ma per nulla in balia degli eventi, decisa a insediarsi nel cuore di un uomo e in una dimensione casalinga, dove cucinare, suonare il piano, preparare il the e fare l'amore.
L'Hitch di Mortensen, vice dal cuore d'oro e dalla morale ineccepibile, è invece l'uomo del confine. Parla sulla soglia della prigione della Contea, indugia su quella del saloon, indeciso sull'ingresso a cui lo invita Cole, già dentro, già inserito. Regolati i conti col villain di Irons, anche lui integrato nel sistema, e offerta una chance allo sceriffo innamorato, dovrà ripartire “cavalcando lentamente verso ovest”. Harris si inventa l'avamposto di un (aggiornato) sogno epico, dominando con fermezza un cast perfetto e funzionale dove, insieme alla sua, brilla la stella del vice Mortensen. Si inventa un film da uomini veri, da gente che non spara alle spalle.
My Movies Marzia Gandolfi

giovedì 9 ottobre 2008

FilmFest Catania: ecco i vincitori





I TRAILER VINCITORI DELLA VI EDIZIONE






Clicca per vedere il trailer
GUARDA IL TRAILER











Clicca per vedere il trailer
GUARDA IL TRAILER






Clicca per vedere il trailer
GUARDA IL TRAILER






Clicca per vedere il trailer
GUARDA IL TRAILER







Il Concorso è il cuore del festival con le tre selezioni Italia, Europa e
World
. Trenta
i trailers in concorso
fra italiani, europei e world selezionati tra i film usciti i
n sala dal 15 agosto 2007
al 15 agosto 2008 dal Comitato di selezione del festival che ha valutato i trenta
migliori trailers per originalità, ritmo e appeal. La selezione ha riguardato
esclusivamente i trailers dei film
usciti nelle sale cinematografiche italiane.
Ad una giuria di qualità il compito di scegliere Il Miglior Trailer Italiano,
Il Miglior Trailer Europeo e Il Miglior Trailer World
. Il pubblico, votando sul sito www.trailersfilmfest.com e durante il festival, decreterà, tra i trenta trailers in gara,
Il Miglior Trailer cinematografico della stagione
. Ad essere premiate con l'elefantino, simbolo di Catania e ormai storico premio del Trailers FilmFest, saranno le case
di distribuzione dei trailers vincitori.



GIURIA DI QUALITA':
Cinque i componenti della giuria di qualità Trailers
FilmFest 2008

chiamata a scegliere i migliori trailers della stagione per le tre
selezioni
Italia, Europa, World.

Anselma Dell’Olio (giornalista e critico cinematografico),
Tiziana Rocca
Rita Rusic (produttrice cinematografica),
Claudio Sorrentino
(direttore di doppiaggio),
Mario Venuti (musicista).

www.trailersfilmfest.com

Festival Internazionale del Film a Roma


Cinema italiano, brasiliano e omaggi

Dal 22 al 31 ottobre, l'Auditorium di viale de Coubertin si trasforma da Parco della Musica a Villaggio del Cinema per ospitare il Festival Internazionale del Film di Roma. Il neo presidente Gian Luigi Rondi ha presentato oggi il programma della Selezione Ufficiale, che raccoglie al suo interno due voci: "Anteprima" (affidata a Piera Detassis), una sezione di film incentrati sulle grandi interpretazioni, e "Cinema 2008" (affidata a Teresa Cavina e Giorgio Gosetti), la sezione che si occupa più strettamente degli autori. Per il terzo anno consecutivo, la festa prevede "Alice nella Città", lo spazio del cinema per il ragazzi, che quest'anno ha ideato una vera e propria retrospettiva sull'animazione made in Italy, tanto che ogni film della selezione ufficiale verrà preceduto da un cortometraggio di animazione. Infine, la gestione Rondi conferma l'attenzione al Mercato, secondo grande polmone del festival (almeno nelle intenzioni), dislocato tra piazza Barberini e via Veneto.
Completano il programma uno sguardo particolare al cinema brasiliano, un omaggio alla personalità poliedrica di Viggo Mortensen e la possibilità di incontrare, tra gli altri, David Cronenberg, Michael Cimino e Olivier Assayas. Mentre, per ricordare le famiglie del cinema italiano, il festival ospiterà Brando e Christian De Sica, Gil e Renzo Rossellini, Maria Sole e Gian Marco Tognazzi, un ricordo di Nino Manfredi, di Steno e di Dino Risi.

sabato 27 settembre 2008

Miracolo a Sant'Anna


Un film drammatico incentrato sulla tragedia dei soldati americani che combatterono contro i tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale nel paesino toscano di Sant'Anna di Stazzema

“Miracolo a Sant’Anna” è ambientato in Toscana nel 1944. È la storia di quattro soldati neri americani della 92ª Divisione “Buffalo Soldiers” dell’esercito statunitense – interamente composta da militari di colore – che rimangono bloccati in un piccolo paese al di là delle linee nemiche, separati dal resto dell’esercito, dopo che uno di loro ha rischiato la vita per trarre in salvo un bambino italiano. Asserragliati sulle montagne toscane con i tedeschi da un lato ed i superiori americani incapaci di gestire gli eventi dall’altro, i soldati riscoprono una dimenticata umanità tra gli abitanti del paese, insieme ad un gruppo di partigiani e grazie all’innocenza ed al coraggio del bambino italiano, il cui affetto dona loro un segnale di speranza per riuscire ad andare avanti. Mentre il dramma della II Guerra Mondiale infuria, italiani, americani e tedeschi imparano il vero significato di amicizia e coraggio, in questa storia che dimostra cosa siano in grado di fare l’amore ed il potere dello spirito.

Sfide senza regole



Un film di Jon Avnet. Con Al Pacino, Robert De Niro, 50 Cent, Carla Gugino, John Leguizamo, Donnie Wahlberg, Brian Dennehy, Dan Futterman, Trilby Glover, Rob Dyrdek. Genere Azione, colore 100 minuti. - Produzione USA 2008. - Distribuzione 01 Distribution - [Uscita nelle sale venerdì 26 settembre 2008]

Poliziotti a caccia di Killer, Ma non poliziotti qualunque. In «Sfida senza regole» i miti di Hollywood lavorano spalla a spalla: «Tra noi grande feeling», raccontano. Cronaca di un set straordinario.
La sanno lunga. Lo si legge nei loro occhi quando scendono, sornioni, rilassati, circondati da un'aura impenetrabile, dall'auto che li porta sul set di Sfida senza regole. Righteous Kill (in uscita in Italia il 26 settembre). Lo si legge negli occhi dello staff; del regista Jon Avnet, perfino nello sguardo devoto e remissivo del terribile Curtis Jackson, alias 50 Cent, il rapper che ogni tanto si dedica al cinema e se, sul suo palco, è una tigre feroce, qui è un agnellino che prende appunti e racconta disarmante: «Anche quando non devo girare vengo sul set per imparare guardandoli lavorare».
Al Pacino e De Niro - una coppia che vale da sola una buona fetta della storia del cinema americano - arrivano come carismatici principi nel parco di Bridgeport, amena cittadina del Connecticut dove si girano le parti non newyorchesi del newyorchisissimo film che racconta di due veterani poliziotti della Grande Mela che, a un passo dalla pensione, vengono richiamati da un brutale e singolare omicidio (firmato con alcuni esplicativi versi poetici) che richiama la precisa eventualità che si tratti di un serial killer.
In mattinata c'è stato un piccolo incendio nell'ufficio postale dove dovevano girare una scena, ma nel cinema non si può perdere una giornata e allora la troupe si è mobilitata in fretta e furia per allestire il set nel parco dove bisogna girare la scena di una partita di baseball. De Niro, malgrado l'età, si butta a giocare coi ragazzi, mentre dagli spalti Al Pacino ride. Sono tutti affascinati, a fianco delle due leggende.
i giocatori, De Niro lo possono anche spintonare. Nei gioco è tutto permesso. Ma già sul set è come vedere giocare assieme Pelé e Maradona. Nervosismo da eccesso di star? «Siamo amici da un sacco di tempo» tranquillizza De Niro in una pausa «e questo aiuta, crea una zona rassicurante». «Sì» gli fa eco Pacino «ci sentiamo a nostro agio, c'è confidenza, una complicità che in genere si acquista solo dopo molto tempo che si lavora insieme. Ma tra noi c'è una innata fiducia».
Eppure i due non hanno praticamente mai lavorato insieme. C'è un precedete, il film Heat, in cui interpretavano rispettivamente il cattivo e il buono, ma erano «a confronto» solo in un paio di brevi scene.
«Abbiamo parlato mille volte dell'eventualità di fare una cosa davvero insieme»I ricorda De Niro «È per un motivo o per un altro non se n'è mai fatto nulla. Ci conosciamo fin dai tempi dell'Actors Studio, ma, anche li, eravamo in classi diverse, non abbiamo mai recitato insieme». Dunque è un battesimo. Chi proprio non sta nella pelle è il regista Jon Avnet (Pomodori verdi fritti alla fermata del treno, Qualcosa di personale). Dice: «Pensare a loro due insieme è come un sogno, ed è successo quasi per caso, se l'avessimo programmato non sarebbe mai successo. In realtà avevo dato la sceneggiatura a Bob e poi gli ho chiesto chi avrebbe visto nella parte dell'altro poliziotto. Lui ha risposto: Al, è ovvio. Io dissi che quella era un telefonata non proprio facile da fare, almeno per me». Ci pensò lo stesso De Niro e lo scritto fini in mano a Pacino, che racconta: «Ero molto nervoso. Avevo voglia di lavorare con Bob e Jon, e forse avrei detto si anche se la sceneggiatura non mi avesse entusiasmato. Ma, fortunatamente, l'ho trovata straordinaria».
E così è partita l'avventura. De Niro e Pacino sono due poliziotti, amici, ma anche rivali, con due differenti caratteri e con un mare di psicologia da riversare nelle parti. La storia è classica, in fondo, ci sono due poliziotti che inseguono un serial killer. Ma, grazie alla sapienza dei due, assume risvolti profondi e finisce per creare un gioco di specchi su quello che è diventata oggi New York e sulla confusione che regna a proposito dell'eterna distinzione tra ciò che è bene e ciò che è male. E questa volta sono entrambi dalla parte della giustizia. Ma non era più facile, o almeno più suggestivo, interpretare il ruolo dei cattivi? «In un certo senso, sì» racconta De Niro «ma alla fine lo vedrete, non è poi così scontata che chi sta dalla parte della giustizia sia per forza nel giusto. I buoni non sono mai così buoni. E viceversa». Il parco è silenzioso, ci sono uccellini che cinguettano, un piccolo lago da una parte che ispira bucoliche riflessioni. In questa calma olimpica, singolare in una lavorazione cinematografica, le voci dei due attori risaltano con impressionante chiarezza. La tentazione di rinverdire con due superstar alcune delle loro più famose battute è forte, ma bisogna trattenersi. Del resto, anche tutti quelli che lavorano qui si trasformano in fan, automaticamente. Il rapporto professionale scivola fatalmente nell'idolatria, a cominciare dal regista. «Quando li vedo recitare» confessa Avnet «mi verrebbe da dire: ancora, non smettete».
Curtis Jackson, nome d'arte 50 Cent, è ancora più esplicito e dice qualcosa di davvero inimmaginabile: «Prima di cominciare a lavo rare ci siamo in contrati per la lettura del copione. Volevano essere sicuri che non fossi un disastro. Be', devo dire che sotto il tavolo avevo le gambe che mi tremavano. Poi ho imparato a rilassarmi ed è andata bene». Di lui, ora, dicono: «È formidabile». E regista lo descrive molto lontano dal cliché del rapper: un bravo attore, disciplinato e attento.
E poi ci sono loro due, i giganti, i monumenti viventi. Quando parlano si ha sempre l'impressione che a parlare sia uno dei loro personaggi. Sono talmente incastonati nei loro ruoli celebri, che la loro presenza fisica, per non dire la normalità di una conversazione fuori dal set, mantiene sempre qualcosa di irreale. A un certo punto scherzano tra di loro sugli inizi della carriera. Ricordano Il padrino dove recitavano in diverse fasi della saga dei Corleone: «Io sono tuo padre» dice solenne De Niro a Pacino, che ammette sorridendo. E a ricordare Il padrino si cade di nuovo nella tentazione. Potrebbero, per cortesia, recitarci un pezzetto del film? Tutti lo pensano, nessuno ha il coraggio di chiederlo, ma quando entrano nella limousine nera che deve riportarli sul set, sembra che Corleone padre e Corleone figlio si siano incontrati una volta ancora, e che finalmente possano dirsi tutto quello che non fecero in tempo adirsi allora.
Da Il Venerdì di Repubblica, 12 settembre 2008
Sito: La Repubblica

martedì 16 settembre 2008

E' Morto Richard Wright tastierista dei Pink Floyd

E' morto lunedì all' età di 65 il tastierista dei Pink Floyd, Richard Wright dopo una lunga lotta contro il cancro. Nato il 28 luglio nel 1943, incontrera a Cambridge Roger Waters e Nick Mason ed insieme fonderanno i Pink Floyd nel 1965. Lascerà il gruppo dopo l'uscita del famosissimo album "The Wall", per poi ritornare nel 2005 con tutto il gruppo in occasione del concerto di beneficenza "Live 8" Londra.
Un grande omaggio a quest'uomo monumentale.

mercoledì 10 settembre 2008

VI Edizione Trailers FilmFest 2008


Il pubblico vota il trailer più bello della stagione cinematografica.

Trailers FilmFest 2008, sesta edizione

lunedì 25 agosto 2008 - Chiara Renda
Iniziano il 25 agosto le votazioni dei trailers selezionati per la sesta edizione del Trailers FilmFest, l'unico festival in Italia e in Europa che premia i migliori trailers della stagione cinematografica. Il festival si terrà a Catania il 25, 26 e 27 settembre 2008, con la direzione artistica di Stefania Bianchi.
Segmento principale del festival rimane anche quest'anno il Concorso con 30 trailers fra italiani, europei e world selezionati tra i film usciti in sala tra il 15 agosto 2007 e il 15 agosto 2008 e votati da una giuria di qualità (composta da Rita Rusic, Anselma Dell'Olio, Tiziana Rocca, Claudio Sorrentino e Mario Venuti) che premierà il Miglior Trailer italiano, il Miglior Trailer europeo e il Miglior Trailer World. Al pubblico il compito di decretare il Migliore Trailer della stagione cinematografica sia durante il festival che sul sito www.trailersfilmfest.com, dove gli utenti potranno visionare e votare il loro trailer preferito. I migliori trailers verranno premiati con l'elefantino, simbolo di Catania e storico premio del Trailers FilmFest, durante la serata finale del festival.
Novità di questa edizione è la premiazione non soltanto delle case di distribuzione dei trailers vincitori, come è avvenuto ogni anno, ma anche dei realizzatori dei trailers. Alle tre tradizionali sezioni - Concorso, TrailersLab, con workshop, rassegne di trailers, incontri sui mestieri del cinema, dibattiti in sinergia con l'Università di Catania, e Trailers Première, con anteprime cinematografiche presentate dai registi, interpreti e distributori - per l'edizione 2008 si aggiungerà una nuova sezione: Trailers Professional con un incontro dedicato alla promozione cinematografica e con importanti riconoscimenti.
www.trailersfilmfest.com

Si tiene a Catania dal 25 al 27 settembre la sesta edizione del Trailers FilmFest, l'unico festival in Italia e in Europa che premia i migliori trailers della stagione cinematografica. Il trailer inteso dunque non soltanto come strumento di promozione, ma anche come forma d'arte a se stante. Al pubblico il compito di votare e decretare il trailer vincitore sia durante il festival che sul sito www.trailersfilmfest.com, dove gli utenti potranno visionare e votare il loro trailer preferito.
Il settore principale del festival rimane il Concorso con 30 trailers suddivisi nelle tre categorie Italia, Europa e World (selezionati tra i film usciti in sala fra il 15 agosto 2007 e il 15 agosto 2008) e votati da una giuria di qualità (composta da Rita Rusic, Anselma Dell'Olio, Tiziana Rocca, Claudio Sorrentino e Mario Venuti) che premierà il Miglior Trailer italiano, il Miglior Trailer europeo e il Miglior Trailer World con l'elefantino, simbolo di Catania e premio del Trailers FilmFest, durante la serata finale del festival. Quest'anno per la prima volta saranno premiati anche i realizzatori dei trailers oltre alle case di distribuzione.
Altra sezione è il laboratorio creativo TrailersLab, incontri e workshop che permetteranno ai giovani di conoscere più da vicino il mondo dei trailers e agli addetti ai lavori di approfondire le dinamiche della distribuzione cinematografica alla luce dei cambiamenti dei linguaggi. Due i workshop dell'edizione 2008, uno sarà dedicato ai "Booktrailer: I trailers per promuovere i libri" curato da Marsilio editori, l'altro a "La promozione cinematografica attraverso internet". Non mancheranno le rassegne di trailers e gli incontri sui mestieri del cinema che consentiranno ai partecipanti di incontrare i grandi professionisti del mondo del cinema.
Ma il Trailers FilmFest non è solo trailers. Con le sue anteprime cinematografiche e gli omaggi, con la sezione Trailers Première il festival non rinuncia al buon cinema e allo spettacolo presentando film in anteprima nazionale dai listini delle più importanti case di distribuzione cinematografica. In questa edizione, le anteprime saranno targate Medusa Film e 20Th Century Fox.
Alle tre tradizionali sezioni, per l'edizione 2008 si aggiunge una nuova sezione, Trailers Professional, che vuole essere momento di incontro tra i professionisti del mondo del cinema, del mondo della promozione e della pubblicità, e prevede l'assegnazione di importanti riconoscimenti: Il Premio alla Professionalità ad Adriana Chiesa, Premio alla Rivelazione dell'Anno, che sarà assegnato a Carmine Amoroso (regista del film Cover Boy), il Premio alla Migliore Sala Cinematografica, che andrà all'esercente della sala cinematografica che ha avuto la migliore programmazione e il miglior incasso della stagione; il Premio alla Migliore Campagna Promozionale che verrà assegnato agli autori della campagna promozionale più originale ed efficace ideata per il lancio di un film italiano; il Premio alla Miglior locandina, e il Premio al Miglior sito per promuovere un film.
Fonte Mymovies

mercoledì 16 luglio 2008

Le vie dell'arte 2008

sabato 7 giugno 2008

Video Spot Basilicata con Francis Ford Coppola

Sono solo tre minuti. Tre minuti per far capire a tutti cosa è la Basilicata. Una Basilicata che si racconta attraverso le immagini di un Dvd Basilicata autentica che riprende la Regione dall'alto.
Una Basilicata che si lascia raccontare da un testimonial d'eccezione: il registra Francis Ford Coppola, fortemente legato alla regione lucana e soprattutto a Bernalda, paese d'origine del nonno di Coppola.
"Basilicata autentica" , raccontata in video dal grande regista Francis Ford Coppola, è realizzato con la regia di Michele Russo che racconta la saga della famiglia Coppola, originaria di Bernalda.
La musica che accompagna " Basilicata autentica" è una ballata , " Morrison's Jig" eseguita dalla musicista materana Giuliana De Donno. ( Fonte yuotube http://it.youtube.com/user/ekkimosi)

Potrebbe essere uno spot pubblicitario per attirare i turisti da tutte le parti del mondo per venire ad ammirare la nostra bellissima terra incontaminata.
Bellissimo davvero bellissimo da vedere.

domenica 25 maggio 2008

Informazione e governo "Ombra" sulla questione dei rifiuti in Campania


I sistemi d'informazione non aiutano l'opinione pubblica, non aiutano a dare la visione reale dei fatti. L'attacco alla democrazia e al dialogo cittadino campano non c'è stato, le immagini dicono tutto, parlano e scandiscono bene l'emergenza campana, si stanno vivendo attimi di vera e pura paura tra stato e i cittadini partenopei.
Non nascondiamo la verità...



giovedì 15 maggio 2008

Il Lato Oscuro


lunedì 12 maggio 2008

venerdì 9 maggio 2008

Il Divo - il film che racconta la vita di Andreotti


Un film di
Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Giulio Bosetti, Flavio Bucci, Carlo Buccirosso, Giorgio Colangeli, Piera Degli Esposti, Alberto Cracco, Lorenzo Gioielli, Paolo Graziosi, Gianfelice Imparato, Massimo Popolizio, Aldo Ralli, Giovanni Vettorazzo. Genere Drammatico, colore 110 minuti. - Produzione Italia 2008. - Distribuzione Lucky Red.
Il film racconta la vita di Giulio Andreotti, ma solo in una parte ristretta, ovvero dalla fine del suo settimo governo, aprile 1992, alla vigilia del processo di Palermo, dove fu rinviato a giudizio per associazione mafiosa, con in mezzo la mancata conquista del Quirinale, la strage di Falcone e la malattia.
Non prendetela per una diagnosi di decadenza ma per una semplice constatazione comportamentale: sono sempre di meno le donne - e gli uomini - che quando odono di gusto rovesciano la testa all'indietro, occhi spalancati al cielo, come in certi film del muto Fanny Ardant appartiene a questa residua tribù. t anche una delle ultime rappresentanti di un antico e nobile flusso «migratorio»: quello degli attori francesi in Italia. Nel 2003 l'avevamo vista recitare in italiano nell'inquietante L'odore del sangue di Mario Mortone. Ora ha finito di girare L'ora di punta di Vincenzo Marra («Faccio una donna che si innamora di un ragazzo più giovane e poi lui E un per scalare il potere») e si prepara a sbarcare sul set, blindatissimo, di il divo, il film di Paolo Sorrentino sulla vita dì Giulio Andreotti, in lavorazione in questi giorni («Ho un piccolo ruolo del quale non posso dire nulla»).
Quentin Tarantino sostiene che oggi il cinema italiano è deprimente. Mentre lei, come dite da queste parti, persiste et signe, insiste e ci mette la firma...
(Fanny Ardant non risponde, insegue qualcosa con lo sguardo: una zanzara. La disintegra dentro una specie di battimani). «Scusi...».
Ma si figuri. Bel colpo.
«Dicevamo? Ah sì, Tarantino. Non gli dia retta. È un tocard. Una patacca. Fumo negli occhi. Uno che al massimo potrebbe girare videogame o clip musicali, Sta forse meglio il cinema americano? Macché. Un pesce lesso. E poi senta: è da quando ho iniziato a fare questo mestiere che sento parlare di crisi. Basta. In fondo è un po' come per il vino. Mica tutte le annate possono essere eccellenti. No, bisogna restare umili. E lavorare».
Tanto più che un cinema conformista può essere specchio d'un Paese un po' lasco, apatico, seduto...
«Questo sì. Qui come da voi la generazione dei trentenni tende ad essere troppo pulitina, obbediente, politicamente corretta. Quasi aspettasse solo le ferie o la pensione. Preferisco un'Italia più incasinata, contraddittoria, individualista. Anche nel cinema. Uomini-ossimoro come Luchino Visconti, un nobile ma comunista. Oppure Zeffirelli che dicono "di destra" ma è persona d'una generosità quasi egualitaria».
Contenta di Sarkozy all'Eliseo?
«Non ho votato. Non voto. Però finora si è mosso bene. Specie nella formazione del governo. Lo criticano per aver tirato dentro i socialisti. È un po' come se avessero accusato Luigi XIV di voler prendere in squadra il cardinal Mazzarino perché era italiano. E che invece si dimostrò personaggio abilissimo».
Mentre Ségolène?
«Una campagna elettorale assurda. Tutto il tempo a ripetere "il primo candidato donna". A vendere il "prodotto" donna, donna, donna. Quasi fosse un fenomeno, un'attrazione. Insensato».
Nel 1971 all'università lei presentò una tesi su «Anarchismo e surrealismo». È anarchica?
(Risata a testa rovesciata).
«Se pure fosse, non trova che dichiararlo sarebbe già un'ingiusta limitazione della mia anarchia?».
Ok. È surrealista?
«Non amo quella pittura. Mi piacciono solo gli scritti. Dove diavolo sono finiti i provocatori, eh? In Francia gli ultimi sono stati Coluche e Gainsbourg. Poi zero. In Italia non mi pare che siate messi meglio».
Però ci viene lo stesso volentieri.
«L'ho detto tante volte: dopo Parigi Roma è la città in cui più mi sento a casa. Anche nel senso di felicemente spaesata. Girando di notte. Oppure mi siedo e ordino spaghetti pomodoro e basilico. Sempre quelli».
Un grande amore.
«Quando me lo fanno notare, rispondo: "Perché diamine dovrei cambiare piatto se sono così buoni?"».
Libertaria, però amante delle abitudini.
«No. Dei rituali. É diverso». Quando non lavora che fa?
«Niente. Tutto. Resto a Parigi. Vado in libreria. Spendo un sacco e leggo come una matta. Se non altro perché, da amante della conversazione, trovo che solo nei libri ci sia abbastanza tempo per parlare. Tutte quelle confessioni, quei ricordi, quei dialoghi. Me lo dice lei dove lo troveremmo nella vita così tanto spazio per chiacchierare?».
Viaggi?
«Li odio. Non sono una che parte alla scoperta dei luoghi. Pensi che la prima volta che sono andata a New York sono rimasta giorni sul letto, senza uscire, perché stavo finendo un libro che mi prendeva un sacco».
Che libro era?
«La scelta di Sophie di William Styron».
Poi un'occhiatina fuori l'avrà data...
«Sì, ma la curiosità mi scatta davvero solo nei posti in cui sto lavorando. E allora attacco a frugarli, a perlustrarli, a perdermi. Per dire, a Roma, non ci verrei mai in visita. Preferisco amarla nelle pause di lavorazione. Quando poi vedo carovane di turisti incolonnate come qui, a Place du Trocadéro, mi fermo a studiarli e a cercare di capire perché».
In effetti avremmo difficoltà a immaginarla in comitiva su un pullman con bermuda, macchinetta fotografica e barattolo di birra, intonando inni conviviali.
«Scherzi a parte. Ha fatto caso che quando chiedi: "Cosa faresti coi soldi se vincessi alla lotteria?", ti rispondono quasi sempre: "Un viaggio"? Secondo me è soprattutto metafora d'un eterno desiderio di fuga, di un altrove. No?».
Torniamo al cinema: ci va spesso?
«Moltissimo. Però, per non nuocere alla passione e ridurla a routine, cerco di andarci meno di un critico. Come per la lettura: non sono un'intellettuale ma una junkie, una drogata».
Teatro?
«Ci vado. Ma preferisco farlo. Non invito mai gli amici ai miei spettacoli, perché so che il teatro
Abbozziamolo.
«La noia è una sfida. Una prova di resistenza dalla quale spessissimo torni indietro con un premio. Le faccio un esempio: poche settimane fa davano tutto il Ring di Wagner. Una rappresentazione ogni due giorni. Mi sono imposta di vedermele tutte. Seduta lì, ho vissuto momenti difficili, quanto a noia, a tentazione di andarmene. Però ho tenuto duro e alla fine, in scena, è sempre successo, spuntato qualcosa, un'idea, un'emozione, un'immagine folgorante. Bisogna installarsi, accomodarsi nella noia e aspettare che ne baleni un trac, quel non so che che ti fa tornare a casa contento, magari esaltato».
Tra i suoi film ce n'è stato qualcuno nel quale aveva particolarmente creduto e il cui risultato l'ha delusa? «Tutti».
Ma no: compreso Truffaut?
«In La signora della parta accanto non mi piaccio. Eppure è un cult.
Quindi si rivede. Spesso?
«Da un po', quando mi capita, non mi tiro indietro. Non spengo la tv. E, onestamente, autocritiche a parte, qualche volta mi assolvo».
Con Franco Zeffirelli ha interpretato Maria Callas, e da tempo va ripetendo che vorrebbe recitare Cleopatra: attraversa una fase di megalomania?
«(Risata)
Dico Cleopatra perché come farei a interpretare Giulio Cesare, il più grande personaggio dell'umanità insieme a Gesù Cristo e Napoleone?». Altri progetti?
«Diventare una vecchietta insolente. Bere moltissimo alcol - adesso mi limito a qualche bicchiere - e fare smodato uso di stupefacenti. Guardi che non dico per scherzo».
Guardi che le crediamo.
Ma «altri progetti» nel senso di film?
«Una commedia con Gérard Depardieu».
Anche lui si prepara a diventare un vecchietto insolente?
«È una delle poche cose di cui possiamo essere assolutamente certi».
Può essere spaventosamente noioso. La noia, e comunque, meriterebbe un discorso a parte».
Da Il Venerdì di Repubblica, 20 Luglio 2007
Sito: Il Venerdì di Repubblica

The Incredible Hulk (2008)

domenica 27 aprile 2008

Gomorra - Tratto dal libro Di Roberto Saviano


Tratto dall'omonimo bestseller di Roberto Saviano, il film è un ritratto della camorra e della criminalità contemporanea nella città di Napoli. Un viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra che si apre e si chiude nel segno delle merci, del loro ciclo di vita. Le merci "fresche", appena nate, che sotto le forme più svariate, pezzi di plastica, abiti griffati, videogiochi, orologi, arrivano al porto di Napoli e, per essere stoccate e occultate. E le merci ormai morte che, da tutta Italia e da mezza Europa, sottoforma di scorie chimiche, morchie tossiche, fanghi, addirittura scheletri umani, vengono abusivamente "sversate" nelle campagne campane, dove avvelenano, tra gli altri, gli stessi boss che su quei terreni edificano le loro dimore fastose e assurde, dacie russe, ville hollywoodiane, cattedrali di cemento e marmi preziosi, che non servono soltanto a certificare un raggiunto potere, ma testimoniano utopie farneticanti.
Un film di Matteo Garrone. Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Giorgio Morra, Salvatore Abruzzese, Marco Macor, Ciro Petrone, Carmine Paternoster. Genere Drammatico, colore 135 minuti. - Produzione Italia 2008. - Distribuzione 01 Distribution.

sabato 26 aprile 2008

V-Day 2 a Torino

domenica 20 aprile 2008

sabato 29 marzo 2008

Kubrik e Full Metal Jacket

Stupenda "scheggia " del film Full Metal Jacket del grandissimo regista Stanley Kubrik. Il sergente Hartman nelle camerate dell' esercito dei Marines.
Godetevi questo stupendo ed ironico dialogo del sergente.

giovedì 27 marzo 2008

Sex and the City - Movie


La serie televisiva più amata dalle donne diventa un lungometraggio che racconta la vita newyorkese delle quattro amiche in carriera a Manhattan. Il film si ripromette di rispondere a tutte le questioni in sospeso: Carrie e Big convoleranno a nozze? Samantha può veramente essere soddisfatta con un solo uomo? Charlotte riuscirà a rimanere incinta? Miranda e Steve potranno vivere felicemente insieme per l'eternità?
Carrie Bradshaw (Sarah Jessica Parker), l'autrice di successo e l'icona della moda della porta accanto che tutti amano, è tornata con la sua ironia, più tagliente che mai, mentre continua a raccontare storie sul sesso, l’amore e le donne single di New York ossessionate dalla moda. Sex and the City ritrova Carrie, Samantha (Kim Cattrall), Charlotte (Kristin Davis) e Miranda (Cynthia Nixon) quattro anni dopo la conclusione della fortunata serie della HBO, mentre le amiche continuano a barcamenarsi nel lavoro e nelle relazioni affrontando la maternità, il matrimonio e il mercato immobiliare di Manhattan.

lunedì 10 marzo 2008

No Answers, No Cure

domenica 9 marzo 2008

John Cage


Video realizzato da Domenico Carlo Pontevolpe dall'idea di Cinzia Barresi.
Esibizioni di John Cage con le collaborazioni di Cunningham e Pollock.

domenica 24 febbraio 2008

Libera la scimmia - Blister by All Music

Video realizzato per un format televesivo condotto da Dj Albertino su All Music.
Visitate il sito http://www.allmusic.tv/static/blister.html se volete partecipare anche voi a questa iniziativa.
Buona visione a tutti e liberate la vostra scimmia.

sabato 9 febbraio 2008

Berlinale: un petroliere americano in Germania

Presentato ieri con successo il nuovo film di Paul Thomas Anderson con Daniel Day Lewis.

di Chiara Renda
Una storia di avidità
Dopo l'apertura col documentario rock di Scorsese sui Rolling Stones, ieri è stato Il petroliere ad animare Berlino, un intenso dramma sull'avidità umana che il giovane talentuoso Paul Thomas Anderson ha tratto dal romanzo "Oil" di Upton Sinclair. Delle 500 pagine scritte nel 1927, il regista ha scelto di concentrarsi sulla parabola di vita di Daniel Plainview, il petroliere di cui il film segue l'incredibile arricchimento e poi l'autodistruzione dal finire dell'Ottocento agli anni '30. Anderson – già vincitore di un Orso d'Oro per Magnolia – è tornato a Berlino accompagnato dal protagonista della sua ultima spettacolare creazione, Daniel Day-Lewis, che ironizza sulle otto nomination all'Oscar (per lui è la quarta dopo il premio per Il mio piede sinistro e le candidature per Gangs of New York e Nel nome del padre) cui il film è candidato: "Penso che li vinceremo tutti, anche nelle categorie in cui non siamo candidati!". Accanto a lui, c'è anche il giovane Paul Dano, già visto in Little Miss Sunshine e Fast Food Nation, nella parte del giovane pastore della chiesa locale che lo ammonisce sulle sua perdità di umanità: "Il testo di Sinclair spazia dalla rivoluzione russa a Hollywood", ha dichiarato Anderson, "fra le tante prospettive possibili, quella del confronto fra i due ci è sembrata la più interessante e feconda".

La musica continua
Accolto favorevolmente dalla stampa, Il petroliere ha affiancato l'altro evento della giornata di ieri, che ha proseguito sulla scia lasciata da Scorsese e i Rolling Stones l'aspetto musicale di questa 58^ Berlinale. Il grande musicista Neil Young, presentando il suo documentario CSNY Deja Vu, girato sotto lo pseudonimo di Bernard Shaker, ha dichiarato pessimisticamente: "Le canzoni non possono cambiare il mondo". Un intervento politico quello di Young, che ha proseguito: "L'America è una società democratica, ma non credo che questo significhi che dobbiamo imporre la democrazia ovunque andiamo. Le guerre sono soltanto un modo sbagliato di risolvere i problemi". Quando poi una giornalista gli ha rivolto una domanda su Bush, il musicista ha tirato fuori la sua vena ironica: "Non posso rispondere riguardo a quello che non va in Bush, ci vorrebbe troppo tempo; parliamo piuttosto di quello che va in Bush, la risposta è molto più breve: penso che dal punto di vista fisico sia a posto, è un buon esempio del fatto che le persone della sua età possono essere ancora in buone condizioni fisiche".
Staremo a vedere come se la caverà oggi l'altro film musicale molto atteso diretto da Steven Sebring, Patti Smith: Dream of Life, il ritratto documentario della grande artista americana. E in attesa anche dell'altra protagonista musicale del festival, Madonna, nella giornata di oggi verranno presentati in concorso il messicano ¿Te acuerdas de Lake Tahoe? di Fernando Eimbcke, il drammatico Gardens of the Night di Damian Harris con John Malkovich, e soprattutto Julia, ultima fatica di Erick Zonca, apprezzato autore de La vita sognata degli angeli.

Fonte My Movies