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Pubblicato da Carlitos Brigante alle giovedì, dicembre 18, 2008 Etichette: Cinema
Pubblicato da Carlitos Brigante alle martedì, dicembre 09, 2008 Etichette: Cinema
THE SPIRIT
Ispirata al leggendario fumetto di Will Eisner, pubblicato tra il 1940 e il 1952, la nuova opera del genio noir Frank Miller (Sin City, 300) è una classica avventura romantica che non manca di una buona dose d'azione, umorismo e spirito dark. È la storia di un ex poliziotto che ritorna misteriosamente dalla morte nelle sembianze di The Spirit per combattere il crimine nei meandri di Central City, una città gotica, disegnata in bianco e nero. Il suo nemico giurato, Octopus (Samuel L. Jackson), un criminale psicopatico con l'ossessione per la genetica, ha però un progetto ben diverso: spazzare via l'amata città di The Spirit e coronare il suo folle sogno di immortalità. Per far questo lOctopus, che ha otto lacrime tatuate sotto gli occhi ad indicare le sue reclusioni in carcere, crea una squadra di cloni di se stesso.
The Spirit ingaggia una lotta senza tregua per sconfiggere questo assassino dal cuore di ghiaccio, inseguendolo nei macabri scenari di Central City, come i fatiscenti magazzini, le buie catacombe o le banchine battute dal vento.
Nel frattempo, il nostro eroe mascherato si trova a fronteggiare uno stuolo di bellissime donne intenzionate ora a sedurlo, ora ad amarlo, ora ad ucciderlo. Intorno a lui vediamo Ellen Dolan (Sarah Paulson), la ragazza della porta accanto dall'intelligenza caustica; Silken Floss (Scarlett Johansson), l'intrigante segretaria di Octopus, attraente e glaciale; Plaster of Paris (Paz Vega), l'omicida ballerina francese dei night club; Lorelei (Jaime King), la sirena fantasma; Morgenstern (Stana Katic), una poliziotta giovane e sexy.
Poi, ovviamente, c'è Sand Saref (Eva Mendes), la ladra di gioielli dalle curve molto pericolose. È lei il suo vero, unico amore fin dall'adolescenza. Ormai è diventata spietata e senza scrupoli. Riuscirà a redimerla prima che lei lo uccida?
The Spirit è un omaggio di Frank Miller, fumettista prima che regista, al maestro Will Eisner, e si basa - come ha dichiarato Miller stesso - su quello che i due amano di più: la città di New York e le donne. Una New York cupa, nello stile degli anni '40 ma allo stesso tempo fuori dal tempo, popolata da donne bellissime e fatali, ma anche da una violenza brutale e affascinante.
Pubblicato da Carlitos Brigante alle venerdì, dicembre 05, 2008 Etichette: Cinema
Pubblicato da Carlitos Brigante alle venerdì, dicembre 05, 2008 Etichette: Cinema
Una pellicola che dà voce alla rabbia, alle domande senza risposta di come sia potuto accadere, al dolore dei parenti delle vittime
Il drammatico racconto del rogo all'acciaieria Thyssen-Krupp dove morirono 7 operai.
Pubblicato da Carlitos Brigante alle lunedì, novembre 24, 2008 Etichette: Cinema
Pubblicato da Carlitos Brigante alle sabato, novembre 08, 2008 Etichette: Informazione
Pubblicato da Carlitos Brigante alle giovedì, novembre 06, 2008 Etichette: Libri
Pubblicato da Carlitos Brigante alle martedì, ottobre 28, 2008 Etichette: Cinema
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I TRAILER VINCITORI DELLA VI EDIZIONE | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Il Concorso è il cuore del festival con le tre selezioni Italia, Europa e World. Trenta i trailers in concorso fra italiani, europei e world selezionati tra i film usciti i n sala dal 15 agosto 2007 al 15 agosto 2008 dal Comitato di selezione del festival che ha valutato i trenta migliori trailers per originalità, ritmo e appeal. La selezione ha riguardato esclusivamente i trailers dei film usciti nelle sale cinematografiche italiane. Ad una giuria di qualità il compito di scegliere Il Miglior Trailer Italiano, Il Miglior Trailer Europeo e Il Miglior Trailer World. Il pubblico, votando sul sito www.trailersfilmfest.com e durante il festival, decreterà, tra i trenta trailers in gara, Il Miglior Trailer cinematografico della stagione. Ad essere premiate con l'elefantino, simbolo di Catania e ormai storico premio del Trailers FilmFest, saranno le case di distribuzione dei trailers vincitori. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
GIURIA DI QUALITA': www.trailersfilmfest.comCinque i componenti della giuria di qualità Trailers FilmFest 2008 chiamata a scegliere i migliori trailers della stagione per le tre selezioni Italia, Europa, World. Anselma Dell’Olio (giornalista e critico cinematografico), Tiziana RoccaRita Rusic (produttrice cinematografica), Claudio Sorrentino (direttore di doppiaggio), Mario Venuti (musicista). |
Pubblicato da Carlitos Brigante alle giovedì, ottobre 09, 2008 Etichette: Informazione
Cinema italiano, brasiliano e omaggi
Dal 22 al 31 ottobre, l'Auditorium di viale de Coubertin si trasforma da Parco della Musica a Villaggio del Cinema per ospitare il Festival Internazionale del Film di Roma. Il neo presidente Gian Luigi Rondi ha presentato oggi il programma della Selezione Ufficiale, che raccoglie al suo interno due voci: "Anteprima" (affidata a Piera Detassis), una sezione di film incentrati sulle grandi interpretazioni, e "Cinema 2008" (affidata a Teresa Cavina e Giorgio Gosetti), la sezione che si occupa più strettamente degli autori. Per il terzo anno consecutivo, la festa prevede "Alice nella Città", lo spazio del cinema per il ragazzi, che quest'anno ha ideato una vera e propria retrospettiva sull'animazione made in Italy, tanto che ogni film della selezione ufficiale verrà preceduto da un cortometraggio di animazione. Infine, la gestione Rondi conferma l'attenzione al Mercato, secondo grande polmone del festival (almeno nelle intenzioni), dislocato tra piazza Barberini e via Veneto.
Completano il programma uno sguardo particolare al cinema brasiliano, un omaggio alla personalità poliedrica di Viggo Mortensen e la possibilità di incontrare, tra gli altri, David Cronenberg, Michael Cimino e Olivier Assayas. Mentre, per ricordare le famiglie del cinema italiano, il festival ospiterà Brando e Christian De Sica, Gil e Renzo Rossellini, Maria Sole e Gian Marco Tognazzi, un ricordo di Nino Manfredi, di Steno e di Dino Risi.
Pubblicato da Carlitos Brigante alle giovedì, ottobre 09, 2008 Etichette: Informazione
Pubblicato da Carlitos Brigante alle sabato, settembre 27, 2008 Etichette: Cinema
Pubblicato da Carlitos Brigante alle sabato, settembre 27, 2008 Etichette: Cinema
Pubblicato da Carlitos Brigante alle martedì, settembre 16, 2008 Etichette: Informazione
Pubblicato da Carlitos Brigante alle mercoledì, settembre 10, 2008 Etichette: Informazione
Pubblicato da Carlitos Brigante alle mercoledì, luglio 16, 2008 Etichette: Video
Pubblicato da Carlitos Brigante alle sabato, giugno 07, 2008 Etichette: Schegge
I sistemi d'informazione non aiutano l'opinione pubblica, non aiutano a dare la visione reale dei fatti. L'attacco alla democrazia e al dialogo cittadino campano non c'è stato, le immagini dicono tutto, parlano e scandiscono bene l'emergenza campana, si stanno vivendo attimi di vera e pura paura tra stato e i cittadini partenopei.
Non nascondiamo la verità...
Pubblicato da Carlitos Brigante alle domenica, maggio 25, 2008 Etichette: Informazione
Pubblicato da Carlitos Brigante alle lunedì, maggio 12, 2008 Etichette: Video
Un film di Paolo Sorrentino. Con Toni Servillo, Anna Bonaiuto, Giulio Bosetti, Flavio Bucci, Carlo Buccirosso, Giorgio Colangeli, Piera Degli Esposti, Alberto Cracco, Lorenzo Gioielli, Paolo Graziosi, Gianfelice Imparato, Massimo Popolizio, Aldo Ralli, Giovanni Vettorazzo. Genere Drammatico, colore 110 minuti. - Produzione Italia 2008. - Distribuzione Lucky Red.
Il film racconta la vita di Giulio Andreotti, ma solo in una parte ristretta, ovvero dalla fine del suo settimo governo, aprile 1992, alla vigilia del processo di Palermo, dove fu rinviato a giudizio per associazione mafiosa, con in mezzo la mancata conquista del Quirinale, la strage di Falcone e la malattia.
Non prendetela per una diagnosi di decadenza ma per una semplice constatazione comportamentale: sono sempre di meno le donne - e gli uomini - che quando odono di gusto rovesciano la testa all'indietro, occhi spalancati al cielo, come in certi film del muto Fanny Ardant appartiene a questa residua tribù. t anche una delle ultime rappresentanti di un antico e nobile flusso «migratorio»: quello degli attori francesi in Italia. Nel 2003 l'avevamo vista recitare in italiano nell'inquietante L'odore del sangue di Mario Mortone. Ora ha finito di girare L'ora di punta di Vincenzo Marra («Faccio una donna che si innamora di un ragazzo più giovane e poi lui E un per scalare il potere») e si prepara a sbarcare sul set, blindatissimo, di il divo, il film di Paolo Sorrentino sulla vita dì Giulio Andreotti, in lavorazione in questi giorni («Ho un piccolo ruolo del quale non posso dire nulla»).
Quentin Tarantino sostiene che oggi il cinema italiano è deprimente. Mentre lei, come dite da queste parti, persiste et signe, insiste e ci mette la firma...
(Fanny Ardant non risponde, insegue qualcosa con lo sguardo: una zanzara. La disintegra dentro una specie di battimani). «Scusi...».
Ma si figuri. Bel colpo.
«Dicevamo? Ah sì, Tarantino. Non gli dia retta. È un tocard. Una patacca. Fumo negli occhi. Uno che al massimo potrebbe girare videogame o clip musicali, Sta forse meglio il cinema americano? Macché. Un pesce lesso. E poi senta: è da quando ho iniziato a fare questo mestiere che sento parlare di crisi. Basta. In fondo è un po' come per il vino. Mica tutte le annate possono essere eccellenti. No, bisogna restare umili. E lavorare».
Tanto più che un cinema conformista può essere specchio d'un Paese un po' lasco, apatico, seduto...
«Questo sì. Qui come da voi la generazione dei trentenni tende ad essere troppo pulitina, obbediente, politicamente corretta. Quasi aspettasse solo le ferie o la pensione. Preferisco un'Italia più incasinata, contraddittoria, individualista. Anche nel cinema. Uomini-ossimoro come Luchino Visconti, un nobile ma comunista. Oppure Zeffirelli che dicono "di destra" ma è persona d'una generosità quasi egualitaria».
Contenta di Sarkozy all'Eliseo?
«Non ho votato. Non voto. Però finora si è mosso bene. Specie nella formazione del governo. Lo criticano per aver tirato dentro i socialisti. È un po' come se avessero accusato Luigi XIV di voler prendere in squadra il cardinal Mazzarino perché era italiano. E che invece si dimostrò personaggio abilissimo».
Mentre Ségolène?
«Una campagna elettorale assurda. Tutto il tempo a ripetere "il primo candidato donna". A vendere il "prodotto" donna, donna, donna. Quasi fosse un fenomeno, un'attrazione. Insensato».
Nel 1971 all'università lei presentò una tesi su «Anarchismo e surrealismo». È anarchica?
(Risata a testa rovesciata).
«Se pure fosse, non trova che dichiararlo sarebbe già un'ingiusta limitazione della mia anarchia?».
Ok. È surrealista?
«Non amo quella pittura. Mi piacciono solo gli scritti. Dove diavolo sono finiti i provocatori, eh? In Francia gli ultimi sono stati Coluche e Gainsbourg. Poi zero. In Italia non mi pare che siate messi meglio».
Però ci viene lo stesso volentieri.
«L'ho detto tante volte: dopo Parigi Roma è la città in cui più mi sento a casa. Anche nel senso di felicemente spaesata. Girando di notte. Oppure mi siedo e ordino spaghetti pomodoro e basilico. Sempre quelli».
Un grande amore.
«Quando me lo fanno notare, rispondo: "Perché diamine dovrei cambiare piatto se sono così buoni?"».
Libertaria, però amante delle abitudini.
«No. Dei rituali. É diverso». Quando non lavora che fa?
«Niente. Tutto. Resto a Parigi. Vado in libreria. Spendo un sacco e leggo come una matta. Se non altro perché, da amante della conversazione, trovo che solo nei libri ci sia abbastanza tempo per parlare. Tutte quelle confessioni, quei ricordi, quei dialoghi. Me lo dice lei dove lo troveremmo nella vita così tanto spazio per chiacchierare?».
Viaggi?
«Li odio. Non sono una che parte alla scoperta dei luoghi. Pensi che la prima volta che sono andata a New York sono rimasta giorni sul letto, senza uscire, perché stavo finendo un libro che mi prendeva un sacco».
Che libro era?
«La scelta di Sophie di William Styron».
Poi un'occhiatina fuori l'avrà data...
«Sì, ma la curiosità mi scatta davvero solo nei posti in cui sto lavorando. E allora attacco a frugarli, a perlustrarli, a perdermi. Per dire, a Roma, non ci verrei mai in visita. Preferisco amarla nelle pause di lavorazione. Quando poi vedo carovane di turisti incolonnate come qui, a Place du Trocadéro, mi fermo a studiarli e a cercare di capire perché».
In effetti avremmo difficoltà a immaginarla in comitiva su un pullman con bermuda, macchinetta fotografica e barattolo di birra, intonando inni conviviali.
«Scherzi a parte. Ha fatto caso che quando chiedi: "Cosa faresti coi soldi se vincessi alla lotteria?", ti rispondono quasi sempre: "Un viaggio"? Secondo me è soprattutto metafora d'un eterno desiderio di fuga, di un altrove. No?».
Torniamo al cinema: ci va spesso?
«Moltissimo. Però, per non nuocere alla passione e ridurla a routine, cerco di andarci meno di un critico. Come per la lettura: non sono un'intellettuale ma una junkie, una drogata».
Teatro?
«Ci vado. Ma preferisco farlo. Non invito mai gli amici ai miei spettacoli, perché so che il teatro
Abbozziamolo.
«La noia è una sfida. Una prova di resistenza dalla quale spessissimo torni indietro con un premio. Le faccio un esempio: poche settimane fa davano tutto il Ring di Wagner. Una rappresentazione ogni due giorni. Mi sono imposta di vedermele tutte. Seduta lì, ho vissuto momenti difficili, quanto a noia, a tentazione di andarmene. Però ho tenuto duro e alla fine, in scena, è sempre successo, spuntato qualcosa, un'idea, un'emozione, un'immagine folgorante. Bisogna installarsi, accomodarsi nella noia e aspettare che ne baleni un trac, quel non so che che ti fa tornare a casa contento, magari esaltato».
Tra i suoi film ce n'è stato qualcuno nel quale aveva particolarmente creduto e il cui risultato l'ha delusa? «Tutti».
Ma no: compreso Truffaut?
«In La signora della parta accanto non mi piaccio. Eppure è un cult.
Quindi si rivede. Spesso?
«Da un po', quando mi capita, non mi tiro indietro. Non spengo la tv. E, onestamente, autocritiche a parte, qualche volta mi assolvo».
Con Franco Zeffirelli ha interpretato Maria Callas, e da tempo va ripetendo che vorrebbe recitare Cleopatra: attraversa una fase di megalomania?
«(Risata)
Dico Cleopatra perché come farei a interpretare Giulio Cesare, il più grande personaggio dell'umanità insieme a Gesù Cristo e Napoleone?». Altri progetti?
«Diventare una vecchietta insolente. Bere moltissimo alcol - adesso mi limito a qualche bicchiere - e fare smodato uso di stupefacenti. Guardi che non dico per scherzo».
Guardi che le crediamo.
Ma «altri progetti» nel senso di film?
«Una commedia con Gérard Depardieu».
Anche lui si prepara a diventare un vecchietto insolente?
«È una delle poche cose di cui possiamo essere assolutamente certi».
Può essere spaventosamente noioso. La noia, e comunque, meriterebbe un discorso a parte».
Da Il Venerdì di Repubblica, 20 Luglio 2007
Sito: Il Venerdì di Repubblica
Pubblicato da Carlitos Brigante alle venerdì, maggio 09, 2008 Etichette: Cinema
Pubblicato da Carlitos Brigante alle venerdì, maggio 09, 2008 Etichette: Cinema
Tratto dall'omonimo bestseller di Roberto Saviano, il film è un ritratto della camorra e della criminalità contemporanea nella città di Napoli. Un viaggio nel mondo affaristico e criminale della camorra che si apre e si chiude nel segno delle merci, del loro ciclo di vita. Le merci "fresche", appena nate, che sotto le forme più svariate, pezzi di plastica, abiti griffati, videogiochi, orologi, arrivano al porto di Napoli e, per essere stoccate e occultate. E le merci ormai morte che, da tutta Italia e da mezza Europa, sottoforma di scorie chimiche, morchie tossiche, fanghi, addirittura scheletri umani, vengono abusivamente "sversate" nelle campagne campane, dove avvelenano, tra gli altri, gli stessi boss che su quei terreni edificano le loro dimore fastose e assurde, dacie russe, ville hollywoodiane, cattedrali di cemento e marmi preziosi, che non servono soltanto a certificare un raggiunto potere, ma testimoniano utopie farneticanti.
Un film di Matteo Garrone. Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Giorgio Morra, Salvatore Abruzzese, Marco Macor, Ciro Petrone, Carmine Paternoster. Genere Drammatico, colore 135 minuti. - Produzione Italia 2008. - Distribuzione 01 Distribution.
Pubblicato da Carlitos Brigante alle domenica, aprile 27, 2008 Etichette: Cinema
Pubblicato da Carlitos Brigante alle domenica, aprile 20, 2008 Etichette: Schegge
Pubblicato da Carlitos Brigante alle sabato, marzo 29, 2008 Etichette: Schegge
Pubblicato da Carlitos Brigante alle giovedì, marzo 27, 2008 Etichette: Cinema
Pubblicato da Carlitos Brigante alle lunedì, marzo 10, 2008 Etichette: Documentario
Video realizzato da Domenico Carlo Pontevolpe dall'idea di Cinzia Barresi.
Esibizioni di John Cage con le collaborazioni di Cunningham e Pollock.
Pubblicato da Carlitos Brigante alle domenica, marzo 09, 2008 Etichette: Video
Pubblicato da Carlitos Brigante alle domenica, febbraio 24, 2008 Etichette: Informazione
di Chiara Renda
Una storia di avidità
Dopo l'apertura col documentario rock di Scorsese sui Rolling Stones, ieri è stato Il petroliere ad animare Berlino, un intenso dramma sull'avidità umana che il giovane talentuoso Paul Thomas Anderson ha tratto dal romanzo "Oil" di Upton Sinclair. Delle 500 pagine scritte nel 1927, il regista ha scelto di concentrarsi sulla parabola di vita di Daniel Plainview, il petroliere di cui il film segue l'incredibile arricchimento e poi l'autodistruzione dal finire dell'Ottocento agli anni '30. Anderson – già vincitore di un Orso d'Oro per Magnolia – è tornato a Berlino accompagnato dal protagonista della sua ultima spettacolare creazione, Daniel Day-Lewis, che ironizza sulle otto nomination all'Oscar (per lui è la quarta dopo il premio per Il mio piede sinistro e le candidature per Gangs of New York e Nel nome del padre) cui il film è candidato: "Penso che li vinceremo tutti, anche nelle categorie in cui non siamo candidati!". Accanto a lui, c'è anche il giovane Paul Dano, già visto in Little Miss Sunshine e Fast Food Nation, nella parte del giovane pastore della chiesa locale che lo ammonisce sulle sua perdità di umanità: "Il testo di Sinclair spazia dalla rivoluzione russa a Hollywood", ha dichiarato Anderson, "fra le tante prospettive possibili, quella del confronto fra i due ci è sembrata la più interessante e feconda".
La musica continua
Accolto favorevolmente dalla stampa, Il petroliere ha affiancato l'altro evento della giornata di ieri, che ha proseguito sulla scia lasciata da Scorsese e i Rolling Stones l'aspetto musicale di questa 58^ Berlinale. Il grande musicista Neil Young, presentando il suo documentario CSNY Deja Vu, girato sotto lo pseudonimo di Bernard Shaker, ha dichiarato pessimisticamente: "Le canzoni non possono cambiare il mondo". Un intervento politico quello di Young, che ha proseguito: "L'America è una società democratica, ma non credo che questo significhi che dobbiamo imporre la democrazia ovunque andiamo. Le guerre sono soltanto un modo sbagliato di risolvere i problemi". Quando poi una giornalista gli ha rivolto una domanda su Bush, il musicista ha tirato fuori la sua vena ironica: "Non posso rispondere riguardo a quello che non va in Bush, ci vorrebbe troppo tempo; parliamo piuttosto di quello che va in Bush, la risposta è molto più breve: penso che dal punto di vista fisico sia a posto, è un buon esempio del fatto che le persone della sua età possono essere ancora in buone condizioni fisiche".
Staremo a vedere come se la caverà oggi l'altro
Fonte My Movies
Pubblicato da Carlitos Brigante alle sabato, febbraio 09, 2008 Etichette: Cinema