sabato 27 ottobre 2007

Arriva Jesse James

Uno sciocco assicuratore stipula una polizza sulla vita con un distinto signore che poi si rivela essere il terribile Jesse James. Mille acrobazie dello sciocco per tenere in vita il famoso bandito. Missouri, da mito a culto. Fiori, messaggi e monete sulla tomba: «È il nostro Robin Hood»
KEARNEY (Missouri) — La tomba di Jesse James è in un cimitero alle spalle di un centro commerciale a Kearney, piccola città del Missouri. A un tiro di Winchester c'è una fila di negozi. Spicca quello con l'insegna «Armi Eccezionali». Sulla vetrina ha un cartello emblematico: «Se le pistole provocano crimine, le matite scrivono parole sbagliate». Dentro, sugli scaffali, fucili e mitra d'ogni tipo, in libera vendita. «Hai visitato la tomba di Jesse? È dall'altra parte della strada », ti indica con un cenno della testa una giunonica commessa. Infatti, attraversi la Statale e ci sei. Non ci sono insegne a guidarti, ma non è difficile trovarla perché ai lati del cippo sventolano due bandierine sudiste. Le hanno messe da poco, vicino ad un vaso di fiori bruciato dal sole. «Ne porteranno altri », dice una signora spuntata dal nulla. È la moglie del custode. Non vuole dire il nome, non ama Jesse però non si fa pregare per raccontare quanta gente si raccoglie sulla tomba. «Oltre alle bandiere, a volte lasciano delle monetine. Pezzi da un quarto di dollaro». Piccoli segni di riconoscenza.

Al cinema Jesse James ha ispirato molti film: eccolo nella versione di Brad PittDa queste parti Jesse non è considerato assassino malgrado abbia spedito all'altro mondo diciassette uomini. Un conto per difetto: i 17 sono gli unici che hanno un nome. Per la gente del Missouri Jesse è come Robin Hood, rubava ai ricchi nordisti per dare ai poveri sudisti. Ed era già famoso — come ha ricordato uno scrittore — prima ancora di morire: scrivevano di lui, parlavano di lui come un mito. Perché oltre a rapinare banche e treni, Jesse incarnava — e incarna — la figura del guerrigliero sudista che non si arrende alla sconfitta. Nel Missouri la guerra di secessione non è stato un conflitto Nord-Sud ma una battaglia di vicinato. Una fattoria contro l'altra, una contea contro l'altra. E il bandito, dopo aver militato tra i guerriglieri di Quantrill, ha trasformato questa terra nel suo regno. «Nella vita di Jesse — ha scritto T.J. Stiles — riconosciamo il luogo in cui la politica incontra la pistola. Dove andava lui la guerra continuava». Un'immagine accresciuta dalla penna di un giornalista-politico dell'epoca, John Newman Edwards, che conia per la banda la definizione di «cavalleria del crimine».

Una provocazione, ma capisci che non lo è quando vai a visitare la casa dei James, distante poco più di un miglio dal cimitero. Oggi è un piccolo museo, visitato da migliaia di persone. Tra loro si nascondono molti sostenitori del bandito. Basta dare un'occhiata al registro dei commenti. Invece che firmarsi John o Mike usano il termine «ribelle». Una parola che suona come una pistolettata contro gli yankees. Un altro si spinge oltre: «Lunga vita a Jesse James». E poi giù una valanga di commenti entusiastici per come è tenuto il posto. Dietro la casa, sotto degli alberi, c'è una stele in pietra che ricorda la prima sepoltura del ribelle. Hanno inciso la data dell'uccisione — 3 aprile 1882 — e una frase che dice tutto: «Assassinato da un traditore e codardo il cui nome non merita di essere scritto qui». Il nome è quello di Bob Ford, il killer che lo ha colpito alle spalle nella casa di St. Joseph dove Jesse viveva con moglie e figli sotto falsa identità. È l'altro luogo di culto. Ci sono le sedie, la stufa, il letto e pistole. Sul muro del soggiorno c'è una macchia scura. Ti raccontano che è il buco del proiettile assassino. È una leggenda, ma i visitatori si soffermano, lo studiano come fosse una reliquia. «Ci sono persone che vengono qui e affermano di essere seguaci di Jesse», ha rivelato lo scrittore Ron Hansen, autore di un romanzo sul bandito. E non stiamo parlando di ricercatori o studenti. No, tipi anonimi che magari danno ai loro figli il nome Jesse. Sudisti fino al midollo. A loro non importa che si sia unito a killer spietati come Bill Anderson, detto Billy il sanguinario. Un secessionista che durante il massacro di Lawrence apostrofa così una donna: «Sono venuto per cercare vendetta e l'ho trovata». Per loro Jesse vola a cavallo della famosa giumenta bianca, una delle più veloci del West, in attesa del prossimo raid. Come scriveva Edwards: «I ragazzi stanno strisciando fuori della boscaglia».
Guido Olimpio Corriere della sera

1 commento:

Anonimo ha detto...

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