domenica 20 gennaio 2008

Sweeney Todd

Benjamin Barker, aka Sweeney Todd, è un barbiere sanguinario in cerca di vendetta in questo adattamento cinematografico burtoniano del musical di Stephen Sondheim "Sweeney Todd: The Demon Barber Of Fleet Street", un successo di Broadway di fine anni '70, vincitore di 8 Tony Awards.

Cristiano Armati Corriere della Sera Magazine

Ispirato a fatti realmente accaduti, rielaborato per diventare un bestseller popolare, il testo ottocentesca (che ora esce in Italia) è anonimo. Ma gli esperti hanno un sospetto.Una bocca enorme, mani grandissime e, ribelle al suo stesso mestiere, una capigliatura cosi folta da renderlo più simile a un cespuglio che a una persona. Questi sono gli attributi che gli anonimi autori di The String of Pearls or A Sailor's Gift ora tradotto per la prima volta in italiano dalla Newton Compton e in uscita il 24 gennaio con il titolo di Sweeney Todd. Il diabolico barbiere di Fleet Street - hanno pensato di collegare alla figura del primo serial killer della contemporaneità. Un'immagine diversa da quella assicurata dal volto di Johnny Deep nell'ultimo film di Tim Burton: una storia macabra, che mitiga la gesta del protagonista facendolo agire sulla scia di un movente nobile come la vendetta e non, come nel libro dedicato al barbiere-assassino, soltanto per sete di denaro.Scritto tra il 1846 e il 1850, Sweeney Todd ha una genesi complessa come la vita del personaggio che ha ispirato il romanzo. Secondo le ultime ricerche, dietro il barbiere di Fleet Street ci sarebbe un ragazzo nato a Londra nel 1785 e rimasto orfano all'età di dodici armi. La formazione dell'assassino si compie tra la bottega di un coltellinaio, dove entra come apprendista, e il carcere di Newgate in cui, accusato di furto, Sweeney sconta la pena imparando a regolare la barba e i capelli degli altri detenuti. Tornato in libertà, Sweeney Todd è pronto a esercitare il mestiere in una bottega di Fleet Street. Stando alla tradizione, è in questi locali che si compie l'abominio. Perché Sweeney pensa di arrotondare le sue entrate derubando gli avventori grazie a una poltrona da barbiere assolutamente speciale. Un meccanismo segreto, infatti, consente all'assassino di reclinare la sedia che, girando su se stessa, precipita le sue vittime contro il pavimento dello scantinato, causando ai malcapitati la rottura dell'osso del collo. Mentre il barbiere monetizza qualunque oggetto, resta il problema di trovare il modo di sbarazzarsi dei loro corpi. Ed è qui che entra in scena la signora Lovett, titolare di un negozio di meat pie: pasticci di carne avvolti da soffice pastafrolla.Sweeney Todd, insieme alla sua complice, sarà condannato a morte nel 1802, ma l'eco delle sue imprese, mezzo secolo dopo, diventa la base su cui costruire un successo editoriale senza precedenti, uno dei tanti firmati dall'editore Edward Lloyd, l'inventore dei famosissimi Penny Dreadful, libretti dalla ? qualità scarsa e dal prezzo irrisorio ma dai contenuti capaci di affascinare impressionanti masse di lettori. Dopo aver cominciato l'attività gestendo un chiosco di giornali, Lloyd ha allargato le dimensioni della sua impresa trasferendosi in grandi uffici dove hanno cominciato a gravitare i membri di quella che, prendendo spunto dall'indirizzo della casa editrice, ha finito con l'essere ribattezzata la Salisbury Square School of Fiction. Tra i più autorevoli esponenti della «scuola» di Lloyd (cui, collettivamente, può essere attribuita la redazione di Sweeney Todd), una menzione speciale va a Thomas Prest e a James Rymer: scrittori che, senza entrare nella storia della letteratura, misero il loro talento al servizio del barbiere assassino ribaltando i canoni della narrativa gotica. Con Sweeney Todd, non a caso, la parte del protagonista non è più affidata a un mostro come il Dracula di Stoker, il Mr.Hyde di Stevenson o il Frankenstein di Shelley, ma a un uomo «normale», un assassino moderno che uccide soltanto per godersi il privilegio del denaro.Più che nel film di Burton, in buona sostanza, si nasconde qui la vera vendetta del barbiere di Fleet Street: smascherare le ipocrisie della società vittoriana facendosi metafora di una rivoluzione industriale che, dopo aver trasformato le persone in merce, non ha più nessun'altra alternativa se non quella di divorare se stessa. Dall'avvento della macchina a vapore in poi, in effetti, tutto può essere prodotto in serie, commercializzato e magari fatto a pezzi. Proprio come faceva Sweeney Todd, quando smembrava con il rasoio i corpi delle vittime e li dava alla signora Lovett per preparare le sue insuperabili meatpie. Da Il Venerdì di Repubblica, 18 gennaio 2008.

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