martedì 13 novembre 2007

Il Nascondiglio - Pupi Avati

Il nascondiglio: il ritorno all'horror di Pupi Avati
Storia gotica di inquietudini, sospetti e follia in una cittadina apparentemente sonnolenta del Midwest americano.
Spinti dalla voglia di tornare nel Midwest americano -
teatro di scena di Bix e di altri film girati nello Iowa - per realizzare un progetto che fosse appetibile su scala internazionale, i fratelli Avati hanno trovato a Davenport la location perfetta per ambientare un horror intriso di sospetto e follia. "Tempo fa avevo scritto un romanzo breve intitolato 'Il nascondiglio' (pubblicato dalla Piccola Biblioteca Oscar Mondadori, NdR)" spiega il regista, "e ad esso è direttamente ispirato questo film incentrato su una diceria riguardante una vicenda torbida e cupissima che aleggia su una casa in cui una donna italiana tenta improvvidamente di aprire un ristorante italiano. Cosa c'è di più inquietante di una donna che sceglie quella casa per aprire un ristorante, pur avvertendo una presenza singolare? È come se l'orrore la seducesse, l'attraesse. Ma se non fosse entrata in quella casa non avremmo mai potuto fare il film" scherza Avati.

La protagonista
Non è esattamente la prima volta che frequento un set dell'orrore. Parecchi anni fa avevo partecipato a un film franco argentino di genere paranormale intitolato Corps perdus, ambientato anch'esso in una casa. Sono stata contenta che Pupi mi abbia chiamata per interpretare la protagonista de Il nascondiglio, anche se so che non aveva pensato a me dall'inizio (scherza l'attrice, mentre Pupi Avati confessa ironicamente che per la parte aveva in mente Cristiana Capotondi, NdR). Mi è piaciuta subito la sceneggiatura, l'atmosfera della cittadina dove è ambientata la storia era molto ben resa - questa località americana un po' sonnolenta, il pericolo che si nasconde in un'apparente tranquillità - e i personaggi erano tutti molto interessanti. C'è anche una vena di umorismo che pervade questa storia spaventosa che mi ha decisamente attratta. L'horror è un genere che il cinema italiano frequenta sempre meno, con un'attitudine snob molto deleteria. Ho voluto fare una sorta di check point nei confronti del mio rapporto con la macchina cinematografica, un rinnovo della patente che ora mi dà il permesso di girare per altri cinque anni. La mia vuole essere una scommessa e un impegno a spaventare. Non so nulla di cinema dell'orrore asiatico, ammetto che la mia ignoranza nei riguardi della cinematografia altrui è abissale. Sono uno spettatore molto distratto. Non so per esempio se ci siano altri film come questo. Per quanto mi riguarda ho sentito l'esigenza di tornare a quel genere gotico che avevo già frequentato in passato con La casa dalle finestre che ridono, Zeder e L'arcano incantatore.

Il trailer è stato realizzato dalla Grisanti Trailer.

Di Tirza Bonifazi Tognazzi [12/11/2007]

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