sabato 5 maggio 2007

L'uomo con la macchina da presa - (Celovek s kinoapparatum)


Un film di Dziga Vertov. Genere Sperimentale, b/n, 87 minuti. Produzione Russia 1929

Se c’è un film refrattario a ogni tipo di schema narrativo è propria questo. Non c’è «storia», ma un semplice seguito di scene documentarie articolate secondo un montaggio molto complesso. Il pretesto è la vita quotidiana di una grande città (Odessa), in un giorno uguale a tutti gli altri. All’alba la città si ridesta e i proletari si affrettano versa il luogo di lavora, le macchine si mettono in moto, le strade si animano, l’agitazione urbana si fa sempre più febbrile... Poi arriva la pausa del mezzogiorno, c’è la siesta e, per alcuni privilegiati, ci sono le gioie della spiaggia. Cade la sera... Ma ecco che il proiettore sembra incepparsi, l’operatore è preso dal panico, lo schermo sembra dividersi in due... Il potere di quest’occhio meccanico è decisamente senza limiti.Parafrasando il titolo di un film similare di Walter Ruttmann su Berlino - Sinfonia di una grande città – si potrebbe definirla una Cacofonia di una grande città. Si direbbe che l’autore abbia voluto dimostrare che il realismo cinematografico è solo un’illusione cui lo spettatore deve strapparsi con una sforzo di analisi «dialettica»; che il cinema, per troppo tempo a rimorchio della letteratura e del teatro, abbia tutto l’interesse a far-giare un proprio linguaggio, foss’anche a prezzo di un certo narcisismo; che è dovere dell’uomo dalla macchina da presa» spezzare il processo alienante della narrazione e «seguire passo passo la vita». Da osservazione lucida e volentieri maliziosa della realtà, nasceranno forse le premesse di un uomo e di un’arte nuovi. A questo scopo Vertov moltiplica ricerche formali e sofisticati effetti di montaggio, passando per esempio da una sbatter di palpebre all’inquadratura di serrande che si alzano, o associando la toilette di una fanciulla alla pulizia di una città. Ma di qui a pretendere che, tramite questi accostamenti «significativi» (e che Dziga Vertov – alias Denis Arkadievil Kaufman, 1895-1954) chiama kinoglaz (cine-occhio), il cinema sia in grado di «decifrare il mondo visibile» e dunque di trasformarlo, c’è una certa distanza...Da I capolavori del cinema, Vallardi, Milano, 1990
Claude Beylie
Qui sotto trovate il link del trailer del film di Vertov e di come i Kinoki operavano con le loro macchine da presa (mdp).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Complimenti per il blog, davvero carino.
Il trailer di questo film è vecchio e stupendo, ti fa capire come prima era davvero difficile fare delle riprese a delle cose o persone in movimento.
Ciao da Leonida

Anonimo ha detto...

Verissimo, questo film è davvero sensazionale, un grande cineasta come Vertov, con i mezzi tradizionali d'allora, ha tirato fuori un capolavoro impressionante che segna la storia del cinema internazionale.
Baci Tarantino