giovedì 18 dicembre 2008

Sfida Trailer

Trailer vero di Beowulf.

Trailer mio

Che cosa ne pensate?
Dite la vostra in merito!
Ciao a tutti e grazie

martedì 9 dicembre 2008

Christian Bale in Terminator Salvation

Un film di McG. Con Christian Bale, Sam Worthington, Anton Yelchin, Moon Bloodgood, Common.
«continua

Azione, - USA, Germania, Gran Bretagna 2009. - Sony Pictures data uscita 05/06/2009.
Ancora Terminator, per la quarta volta John Connor è finalmente a capo della resistenza contro le macchine
In questo nuovo episodio della famosa serie di Terminator, ambientato in un futuro post-apocalittico nel 2018, Christian Bale interpreta John Connor, l'uomo destinato a condurre la resistenza umana contro la Skynet e il suo esercito di Terminator. Il suo percorso di formazione viene in parte alterato dall'apparizione di Marcus Wright, uno straniero, il cui ultimo ricordo è quello di essere stato nel braccio della morte. Connor deve capire se Marcus è stato inviato dal futuro o proviene dal passato. Mentre la Skynet prepara il suo attacco finale, Connor e Marcus si imbarcano in un’odissea che li porta al cuore delle operazioni della Skynet stessa, dove scoprono il terribile segreto che si cela dietro il possibile sterminio della razza umana. Terminator Salvation: The Future Begins rappresenta l'ultimo capitolo della fortunata serie di Terminator.
Mymovies 2008

venerdì 5 dicembre 2008

Dopo 300 e Sin City un nuovo film di Frank Miller

THE SPIRIT

Genere Azione, durata 103 min. - USA 2008. - Sony Pictures
Un'atmosfera emozionante e carica di tensione, nel sinistro mondo di un eroe nato, morto, e resuscitato dalle tenebre.
Un ex poliziotto ritorna misteriosamente dalla morte nelle sembianze di The Spirit per combattere il crimine nei meandri di Central City. Da giovedì 25 dicembre 2008 al cinema.

Ispirata al leggendario fumetto di Will Eisner, pubblicato tra il 1940 e il 1952, la nuova opera del genio noir Frank Miller (Sin City, 300) è una classica avventura romantica che non manca di una buona dose d'azione, umorismo e spirito dark. È la storia di un ex poliziotto che ritorna misteriosamente dalla morte nelle sembianze di The Spirit per combattere il crimine nei meandri di Central City, una città gotica, disegnata in bianco e nero. Il suo nemico giurato, Octopus (Samuel L. Jackson), un criminale psicopatico con l'ossessione per la genetica, ha però un progetto ben diverso: spazzare via l'amata città di The Spirit e coronare il suo folle sogno di immortalità. Per far questo lOctopus, che ha otto lacrime tatuate sotto gli occhi ad indicare le sue reclusioni in carcere, crea una squadra di cloni di se stesso.
The Spirit ingaggia una lotta senza tregua per sconfiggere questo assassino dal cuore di ghiaccio, inseguendolo nei macabri scenari di Central City, come i fatiscenti magazzini, le buie catacombe o le banchine battute dal vento.
Nel frattempo, il nostro eroe mascherato si trova a fronteggiare uno stuolo di bellissime donne intenzionate ora a sedurlo, ora ad amarlo, ora ad ucciderlo. Intorno a lui vediamo Ellen Dolan (Sarah Paulson), la ragazza della porta accanto dall'intelligenza caustica; Silken Floss (Scarlett Johansson), l'intrigante segretaria di Octopus, attraente e glaciale; Plaster of Paris (Paz Vega), l'omicida ballerina francese dei night club; Lorelei (Jaime King), la sirena fantasma; Morgenstern (Stana Katic), una poliziotta giovane e sexy.
Poi, ovviamente, c'è Sand Saref (Eva Mendes), la ladra di gioielli dalle curve molto pericolose. È lei il suo vero, unico amore fin dall'adolescenza. Ormai è diventata spietata e senza scrupoli. Riuscirà a redimerla prima che lei lo uccida?
The Spirit è un omaggio di Frank Miller, fumettista prima che regista, al maestro Will Eisner, e si basa - come ha dichiarato Miller stesso - su quello che i due amano di più: la città di New York e le donne. Una New York cupa, nello stile degli anni '40 ma allo stesso tempo fuori dal tempo, popolata da donne bellissime e fatali, ma anche da una violenza brutale e affascinante.

MYmovies 2008

Nuovo film di Gabriele Salvatores "Come Dio Comanda"

Salvatores rilegge con sensibilità registica la favola nera di Ammaniti
La storia di un padre alcolizzato, sbandato e disoccupato che educa il figlio al culto della forza e della violenza. Da venerdì 12 dicembre 2008 al cinema.
In una landa desolata del Nord-Est Italia, tra cave di pietra, case sparse e anonimi centri commerciali, vivono un padre e un figlio. Rino Zena, disoccupato e ostinato, educa Cristiano, un adolescente timido e irrequieto che i compagni schivano e le ragazzine umiliano. Soli contro il mondo e contro tutti, hanno un solo amico: Quattro Formaggi, un disgraziato offeso da un incidente con i fili dell'alta tensione e ossessionato da Dio, dal presepio e da una biondissima pornodiva. Uniti da un amore viscerale, Rino e Cristiano tirano avanti un'esistenza orgogliosa che reagisce alla prepotenza del prossimo e all'ingerenza dei servizi sociali. Dentro una notte di pioggia e fango una ragazzina cambierà per sempre i loro destini. Gabriele Salvatores raccoglie per la seconda volta la sfida di Niccolò Ammaniti. Eppure non si tratta veramente di una sfida, piuttosto di un completamento, di uno sviluppo, di una naturale trasposizione dalle parole alle immagini. Il regista milanese si mantiene infatti sostanzialmente fedele al dettato del romanzo omonimo, con qualche minima variante e alcuni interventi chirurgici. La sua operazione consiste nel lasciarsi il tempo di trattare ciò che ha scelto di conservare e nell'evidenziare la natura “cinematografica” del libro.
Così dopo il viaggio verso la coscienza e la disubbidienza (all'ingiustizia) di Io non ho paura, Salvatores gira un('altra) favola nera, affollata di lupi, agnelli e bambine col cappuccio rosso, che procede in direzione contraria e parallela dentro un cono d'ombra e nella risonanza panica del paesaggio. Dopo essere andato a Sud, l'autore si sposta nel lontano e mitizzato Nord, palesandolo e rivelandone i tratti spaventosi. Un luogo di sassi e fango abitato da tre personaggi immersi in un sordo rancore nichilista, che si trascinano giorno dopo giorno tra voglia di integrazione e profonda insicurezza. Come dio comanda descrive le ferite e le miserie di “precari” dell'esistenza sgradevoli e violenti. Una tipologia impossibile da integrare che riesce a trasmettere lo strazio della propria condizione umana per la verità che esprime e che vive di espedienti in una realtà dove tutti sono diventati troppo ricchi. L'impetuoso padre di Filippo Timi porta in sé una ferita che i servizi sociali hanno diagnosticato ma che non si preoccupano di guarire. Nessuno lo protegge o lo sostiene nel quotidiano, nessuno gli offre una chance per uscire da un'esistenza impedita a ogni possibile normalità. Zena è un soggetto inaffidabile, costretto a lottare contro la logica implacabile di un assistente sociale che minaccia di togliergli il figlio, unica e reale possibilità d'amore, e il loro elementare diritto di essere una famiglia.
Poi, il lampo di un temporale infinito scatenerà un evento al di sopra delle loro possibilità, qualcosa di inatteso che ha il carattere del destino. Coniugando una tragedia privata con il non senso collettivo, Salvatores si pone il problema di come continuare a fare del cinema a partire dalla realtà e dalle sue storie, senza ricadere nell'ambiguità morale della mimesi del reale. Imprime quindi alle immagini uno sguardo etico, che rispetta la complessità dei corpi messi in scena e degli accadimenti di cui si fanno veicolo. Quest'ordine di considerazioni si produce come volontà di guardare il prima delle vite dei tre protagonisti, che sfocia nella tragedia quotidiana del loro durante.
Mymovies Marzia Gandolfi

lunedì 24 novembre 2008

La fabbrica dei tedeschi

Una pellicola che dà voce alla rabbia, alle domande senza risposta di come sia potuto accadere, al dolore dei parenti delle vittime
Il drammatico racconto del rogo all'acciaieria Thyssen-Krupp dove morirono 7 operai.

Presentato nella giornata dedicata dalla Mostra del cinema di Venezia al dramma delle morti sul lavoro, La fabbrica dei tedeschi racconta la tragedia della ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni di Torino in cui, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, un incendio divampa e sette operai perdono la vita. I colleghi, giunti in loro aiuto, tentano invano di spegnere le fiamme, ma gli estintori non funzionano. Un incidente fatale, che si poteva evitare, se fossero stati effettuati i controlli e una manutenzione regolari.
La fabbrica dei tedeschi è una pellicola che dà voce alla rabbia, alle domande senza risposta di come sia potuto accadere, al dolore dei parenti delle vittime, alle accuse ai responsabili dell'azienda. La struttura narrativa del film è costituita da un prologo in bianco e nero in cui Valeria Golino, Monica Guerritore, Luca Lionello, Silvio Orlando, Rosalia Porcaro, Vincenzo Russo e Giuseppe Zeno impersonano i parenti delle vittime, rievocando gli ultimi istanti prima della tragedia, e da un documentario che si sviluppa seguendo il filo delle dichiarazioni dei testimoni su quello che accadde quella notte e nelle settimane precedenti. I racconti dei parenti delle vittime, ripresi spesso in primissimo piano, quasi per coglierne ogni più piccola reazione, restituiscono con efficacia l'orrore di quanto è accaduto, la consapevolezza da parte delle vittime della pericolosità di quella situazione lavorativa, il loro accettare, ciononostante, quelle condizioni, nell'attesa e speranza di una vita migliore. C'era chi sognava di aprire un bar, chi, invece, un ristorante a conduzione familiare: certi, in ogni caso, che di lì a poco, tutto sarebbe cambiato.
"I sette morti", dichiara Mimmo Calopresti, "ci hanno svegliato dal sogno e ci hanno portato davanti alla realtà: un incubo fatto di pericoli, fuoco, fiamme e lavoratori, operai che ancora oggi mettono a repentaglio la propria vita sul luogo di lavoro. Gli invisibili dell'azienda modello diventano, in una sola notte, tragicamente visibili". Il regista ha il pregio di restituire al meglio lo strazio per quelle vite spezzate, il dolore muto delle mogli, dei genitori e dei figli per una perdita di cui ancora devono elaborare il lutto e per tali ragioni La fabbrica dei tedeschi è riuscito nel suo intento.
Tuttavia, se nel riprendere tematiche di questa urgenza, il rischio maggiore, sempre latente, per un regista è quello di scivolare dalla documentazione di un evento alla sua rappresentazione, a una, per quanto involontaria, spettacolarizzazione, o a certi compiacimenti linguistici, come ad esempio mostrare la troupe mentre gira, ci sembra di poter affermare, che a questa tentazione, seppure per qualche istante, Mimmo Calopresti non abbia saputo resistere.
Luisa Cerreto

sabato 8 novembre 2008

Cnn e Gorillaz chi si aggiudicherà la prima comparsa "ologrammata"?

Il 4 novembre di quest'anno negli Stati Uniti nello studio della CNN un' inviata da Chicago è stata ologrammata per la prima volta. Si trovava proprio nello studio a parlare con il pubblico e con il direttore della CNN. La tecnica utilizzata nel film di G. Lucas per Guerre Stellari, è stato ripreso da questa testata giornalistica. L'effetto è sensazionale la 3 dimensione è entrata anche nella tv.
Ma sarà davvero la prima volta che quest' effetto è stato utilizzato in tv? Si direbbe di no!
Nel 2006 due anni prima i Gorillaz nel occasione della manifestazione dei Grammy si sono presentati in ologrammi sul palco, essendo dei cartoons e non persone realmente esistenti. sono una band musicale britannica fittizia, dietro la quale si nascondono Damon Albarn, leader anche dei Blur e dei The Good, the Bad and the Queen ed il fumettista Jamie Hewlett.
Si trovono ad interaggire con la cantante Madonna in una performance sensazionale e per la prima volta quest'effetto è stato utilizzato in tv.
Come potrete vedere nel video. L'intuizione non è la mia ma di un noto professore di Scienze della Comunicazione.
Godetevi i due video

giovedì 6 novembre 2008

Book Trailer

Anche il libro ha il suo trailer. Nuova forma di comunicazione, è possibile trovarlo sul web in Italia, ma all'estero come negli U.S.A. e in Canada è entrato anche "dalla finestra" invadendo lo spazio televisivo.
Molte persono sono sciettiche per questo nuovo modo di fare spot per i libri, ma come iniziò con i film americani negli anni 30 con "Ombre Rosse" di John Ford e l'nstancabile "Via Col Vento" di Victor Fleming ora tocca ai nostri libri. Il trailer la più comune forma pubblicitaria per lanciare un film ora diventa "book-trailer". In Italia la Mondadori - Fazi Editore hanno seguito le orme di Marsilio, essendo il primo ad usare un "book- trailer". Ma con la forza del web, soprattutto di Youtube piattaforma "User genereted content" riesce a mostrarci la potenza dei "book-trailer".
Al FilmFestival di Catania alcuni dei Book-Trailer italiani sono stati premiati, anche per lanciare questa nuova tendenza e cercare di farla entrare nei canali televisivi come i trailer dei film.
In America come detto sono già dieci anni che spopolano nel tv, soprattutto nel web, creando dei festival esclusivamente per i Book Trailer, quelli internazionali ovviamente. Qui sotto il vincitore del 2006 Book Video Awards, dal libro Shadow man (in Italia L’ombra, edito dalla Piemme) di Cody McFadyen.


martedì 28 ottobre 2008

Appaloosa




Virgil Cole e Everett Hitch cavalcano insieme nelle terre selvagge, riportando l'ordine nelle città vessate dai fuorilegge. Cole è un self made man scontroso e riservato, Hitch, soldato congedato addestrato a West Point, è il vice di poche parole e lunghi sguardi. La loro meta è Appaloosa, una piccola cittadina nel New Mexico disarmata dal temibile Randall Bragg, ranchero col vizio del Winchester e dello scontro a fuoco. Dopo l'assassinio dello sceriffo di Appaloosa, Cole e Hitch vengono ingaggiati per difendere la città e assicurare il colpevole Bragg alla giustizia ma l'arrivo in stazione della smaliziata signorina French, appassionata frequentatrice di maschi dominanti, abbindolerà eroi e villain, alterando gli equilibri dietro la tastiera di un pianoforte e dentro le lenzuola.

Il western di Ed Harris dimostra chiaramente che c'è ancora spazio per chi voglia rileggere un genere che fa i conti con i miti ricevuti dalla tradizione e riaggiornati attraverso la mediazione dell'industria dello spettacolo. Sopravvissuto in qualche maniera negli ultimi vent'anni e splendidamente rilanciato (in America) dal serial Deadwood, il genere western ha smesso di essere demodè e cavalca di nuovo verso l'Eden originario per conquistare la Frontiera e piegare il futuro alla propria volontà.
Ispirato dal romanzo omonimo di Robert B. Parker, Appaloosa è l'avventura di due eroi che proteggono la comunità dai fuorilegge e dalle pulsioni disgregatrici che sorgono al suo interno. Cole e Hitch sono cowboy sul dorso di un cavallo, centauri custodi e giustizieri dei violenti contro il prossimo, che infondono onore ed esempio di giustizia in un mondo ingiusto. Usando parole e pallottole con eguale efficacia e cura, sceriffo e vice sono personaggi di grande carattere e non poche sfumature, che devono affrontare agguati, attacchi indiani, scontri a fuoco coi fuorilegge e a parole con la magnifica preda-lady, dentro l'ipertrofia degli spazi e sotto il grande cielo.
Ed Harris, rughe autentiche e anima romantica, infarcisce Appaloosa di rinvii sotterranei, metafilmici o espliciti del western-spaghetti, sia pure filtrati attraverso Eastwood, Costner e Walter Hill. Seminando omaggi ai registi che ama, Sergio Leone in primis, il regista tiene strette le redini e gioca con la scala dei campi e dei piani: dai campi lunghissimi al campo medio, dalla figura intera al primo piano, richiamando l'attenzione dello spettatore sul mondo fisico intorno ai personaggi o concentrandolo sulla psiche del personaggio evocato nel quadro. Cole e Hitch, sistemati “di quinta” a chiudere un lato dell'inquadratura e a permettere al nostro sguardo di scivolare in profondità verso la magnificenza degli spazi selvaggi, sono cavalieri solitari che entrano in città, la pacificano, la educano alla legalità e poi l'abbandonano. Appaloosa segnerà la perdita di una relazione definita e l'insediamento dello sceriffo nella città e in un contesto privato (la casa in costruzione). Nonostante le (sotto)tracce omoerotiche, a produrre il colpo di scena sarà una donna, apparizione divistica e agente del disordine travestita di grazia, merletti e tramonti. L'elemento femmineo, rimosso ai margini del quadro dal mito fondativo della Frontiera, farà il suo ingresso lirico in Appaloosa come la Cardinale in C'era una volta il West, diventando presenza perturbante ma sempre ironica, che non trascina più gli uomini sull'abisso della loro sessualità. Miss Allison French è un personaggio da interni che non disdegna un bagno in esterni. È una donna sola ma per nulla in balia degli eventi, decisa a insediarsi nel cuore di un uomo e in una dimensione casalinga, dove cucinare, suonare il piano, preparare il the e fare l'amore.
L'Hitch di Mortensen, vice dal cuore d'oro e dalla morale ineccepibile, è invece l'uomo del confine. Parla sulla soglia della prigione della Contea, indugia su quella del saloon, indeciso sull'ingresso a cui lo invita Cole, già dentro, già inserito. Regolati i conti col villain di Irons, anche lui integrato nel sistema, e offerta una chance allo sceriffo innamorato, dovrà ripartire “cavalcando lentamente verso ovest”. Harris si inventa l'avamposto di un (aggiornato) sogno epico, dominando con fermezza un cast perfetto e funzionale dove, insieme alla sua, brilla la stella del vice Mortensen. Si inventa un film da uomini veri, da gente che non spara alle spalle.
My Movies Marzia Gandolfi

giovedì 9 ottobre 2008

FilmFest Catania: ecco i vincitori





I TRAILER VINCITORI DELLA VI EDIZIONE






Clicca per vedere il trailer
GUARDA IL TRAILER











Clicca per vedere il trailer
GUARDA IL TRAILER






Clicca per vedere il trailer
GUARDA IL TRAILER






Clicca per vedere il trailer
GUARDA IL TRAILER







Il Concorso è il cuore del festival con le tre selezioni Italia, Europa e
World
. Trenta
i trailers in concorso
fra italiani, europei e world selezionati tra i film usciti i
n sala dal 15 agosto 2007
al 15 agosto 2008 dal Comitato di selezione del festival che ha valutato i trenta
migliori trailers per originalità, ritmo e appeal. La selezione ha riguardato
esclusivamente i trailers dei film
usciti nelle sale cinematografiche italiane.
Ad una giuria di qualità il compito di scegliere Il Miglior Trailer Italiano,
Il Miglior Trailer Europeo e Il Miglior Trailer World
. Il pubblico, votando sul sito www.trailersfilmfest.com e durante il festival, decreterà, tra i trenta trailers in gara,
Il Miglior Trailer cinematografico della stagione
. Ad essere premiate con l'elefantino, simbolo di Catania e ormai storico premio del Trailers FilmFest, saranno le case
di distribuzione dei trailers vincitori.



GIURIA DI QUALITA':
Cinque i componenti della giuria di qualità Trailers
FilmFest 2008

chiamata a scegliere i migliori trailers della stagione per le tre
selezioni
Italia, Europa, World.

Anselma Dell’Olio (giornalista e critico cinematografico),
Tiziana Rocca
Rita Rusic (produttrice cinematografica),
Claudio Sorrentino
(direttore di doppiaggio),
Mario Venuti (musicista).

www.trailersfilmfest.com

Festival Internazionale del Film a Roma


Cinema italiano, brasiliano e omaggi

Dal 22 al 31 ottobre, l'Auditorium di viale de Coubertin si trasforma da Parco della Musica a Villaggio del Cinema per ospitare il Festival Internazionale del Film di Roma. Il neo presidente Gian Luigi Rondi ha presentato oggi il programma della Selezione Ufficiale, che raccoglie al suo interno due voci: "Anteprima" (affidata a Piera Detassis), una sezione di film incentrati sulle grandi interpretazioni, e "Cinema 2008" (affidata a Teresa Cavina e Giorgio Gosetti), la sezione che si occupa più strettamente degli autori. Per il terzo anno consecutivo, la festa prevede "Alice nella Città", lo spazio del cinema per il ragazzi, che quest'anno ha ideato una vera e propria retrospettiva sull'animazione made in Italy, tanto che ogni film della selezione ufficiale verrà preceduto da un cortometraggio di animazione. Infine, la gestione Rondi conferma l'attenzione al Mercato, secondo grande polmone del festival (almeno nelle intenzioni), dislocato tra piazza Barberini e via Veneto.
Completano il programma uno sguardo particolare al cinema brasiliano, un omaggio alla personalità poliedrica di Viggo Mortensen e la possibilità di incontrare, tra gli altri, David Cronenberg, Michael Cimino e Olivier Assayas. Mentre, per ricordare le famiglie del cinema italiano, il festival ospiterà Brando e Christian De Sica, Gil e Renzo Rossellini, Maria Sole e Gian Marco Tognazzi, un ricordo di Nino Manfredi, di Steno e di Dino Risi.